Le basi di un nuovo monachesimo. Quasi un manifesto

  • Al sentire guardiamo e non alla tradizione del monachesimo.
  • Al sentire e non alle religioni.
  • Al sentire affidiamo il nostro procedere, a quella comunione che celebra l’incontro di tutti coloro che vibrano all’unisono con il compreso comune.
  • Sul sentire confidiamo perché ci conduca in seno all’Assoluto.

Il sentire è ciò che costituisce il compreso delle coscienze: un nuovo monachesimo è pensabile solo nell’ottica della comunione dei sentire.

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Allinearsi al sentire

Come sapete, l’umano non manifesta nel corso dell’incarnazione il sentire effettivamente conseguito, ma solo una porzione di esso, quella necessaria a sostenere le esperienze che deve affrontare.
Allinearsi al sentire significa essere in connessione con il realmente compreso, con il sentire che costituisce e struttura il corpo della coscienza aldilà delle contingenze della incarnazione corrente.
L’allineamento al sentire è possibile con un basso tasso di identificazione: questa è la prima condizione.

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Custodire

Cerco di custodire questa distanza siderale dal mondo e la proteggo non come qualcosa che mi rende diverso, ma come una immensa possibilità di conoscenza, consapevolezza e comprensione.
Nella distanza da me come soggetto/mondo, i fatti che accadono sul palcoscenico del divenire divengono chiari e mostrano la loro natura al sentire.
Non alla mente, al sentire. Tutto parla del sentire dell’umano in continua trasformazione e delle mille forme che assume nell’apparire della rappresentazione.
Leggo e incontro con la gioa di leggere e di incontrare; scrivo con la gioa di offrire senza pretesa di me.

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La vita assorbita nella contemplazione dell’Assoluto

Come nella storia, ciascuno di noi tocca una parte dell’elefante e dice: “L’elefante è questo!”
Nella realtà, nessuno di noi conosce niente altro che particolari, aspetti dell’elefante /Assoluto.
E’ conoscibile l’Assoluto all’umano? Apparentemente no, per la semplice ragione che solo il sentire assoluto conosce se stesso, il sentire relativo conoscerà i gradi che gli sono accessibili data l’ampiezza delle comprensioni conseguite. Ma la questione non è così semplicemente risolvibile.
Il sentire relativo è tale finché non sente l’unione assoluta. Non finché è immerso nel tempo, perché una volta uscito dalla dimensione del divenire e del tempo, quel sentire sarà ancora relativo.

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