La necessità delle esperienze

Si chiede Caterina: “La coscienza ha bisogno di attingere ai dati che le servono. Può aver bisogno di attingere da un’adozione, da un bambino di zero giorni, o dalla vendita di organi. Se regolamentiamo qualcosa possiamo cambiare i dati che servono alla coscienza di qualcuno? A quella coscienza servono i discorsi su cosa è giusto? Nel divenire un venditore di organi può attingere dati dai discorsi di qualcuno e cambiare idea? Anche sì, anche no. Quindi non si può far nulla. All’infuori che rispettare tutte le esperienze che servono alla coscienza. E aspettare che le esperienze si esauriscano?”
Una coscienza è spinta dalla necessità di acquisire comprensioni e in questo suo tentativo non è la morale a trattenerla.

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Grillo, la mente, il pieno, il vuoto

Se avete tempo leggete il resoconto di Michele Serra sullo spettacolo di Beppe Grillo a Milano apparso sull’ultimo numero dell’Espresso.
Secondo Serra lo spettacolo è indigesto a causa della quantità e della velocità dei contenuti proposti e del loro essere solo abbozzati non permettendo l’affollamento nessun approfondimento. Inoltre Serra evidenzia la corrente di complottismo, vittimismo, acredine che attraversa la narrazione grillina.
Se guardate il blog non troverete qualcosa di molto diverso: quantità, su tutto; complotto quasi dietro ogni fatto.
Perché parlo di Grillo? Perché è un evidente caso di eccesso di mente e perché ritengo che l’eccesso di mente sia un pericolo grave per sé e, quando riguarda una persona con una funzione pubblica, per tutti.

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I segni di un nuovo sentire

Ciò che è stato e che è come realtà sociale e personale è ampiamente condizionato dalle logiche della mente: dividere, giudicare, competere.
Guardando alla storia passata mi sembra che questo emerga con chiarezza; guardando a quella attuale ci cono segni di un cambiamento di tendenza.
Prendo ad esempio il processo di unificazione europeo: da singoli e sovrani stati, a comunità di stati e forse, domani, a federazione sovranazionale dove gli stati nazionali saranno drasticamente ridimensionati al ruolo di regioni territoriali e amministrative.
Questo processo, così travagliato e dagli esiti decisamente incerti, non è forse il passaggio dalla divisione alla collaborazione, condivisione, cooperazione, fusione degli intenti e dei mezzi?

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La mente come strumento

Chiede Serena: fino a dove l’uso della mente va bene e quando invece si deve andare oltre?

La mente seziona la realtà attraverso il giudizio, la misurazione, la parametrazione di ogni fatto con cui entra in relazione.
La realtà sentita dalla coscienza passa attraverso la meccanicità della mente, si riveste di emozione e infine diviene azione, realtà nel tempo e nello spazio.
Se la coscienza è il proiettore cinematografico dentro cui scorre il film che viene sentito, la mente è la lente del suo obbiettivo, quella che permette al fotogramma sentito di divenire il complesso di raggi di luce che raggiungono lo schermo.
E’ evidente che senza la mente non vi sarebbe la realtà, né sarebbe possibile indagarla e conoscerla. Le esperienze che viviamo e che sono quelle da cui la coscienza estrae i dati che le servono per comprendere, avvengono principalmente attraverso lo strumento della mente.

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