Colui che E’

Dal volume X de “L’Uno e i molti”, Cerchio Ifior, pagine 131-132

In principio è l’Uno.
L’Uno è perfetto e completo in ogni suo attributo.
In Lui tutto E’.
Non: “è stato”, “sarà”, “era”, “fu”.
Semplicemente E’.
Questo significa che nell’Uno non vi è movimento di alcun tipo, non vi è scorrere, non vi è nulla che muta.
Questo significa che nell’Uno non vi può essere nulla in divenire, e che tutta la Realtà nell’Uno esiste contemporaneamente con tutte le sue caratteristiche.
Tu ti chiedi cosa c’era prima che l’Uno mettesse in atto la creazione.
Se tu avessi davvero capito quello che ho appena detto non mi faresti questa domanda.
Nell’Uno non vi può essere “prima”, non vi può essere “dopo” perchè tutto E’, contemporaneamente.
Questo significa che la creazione esiste nell’Uno già tutta creata.
Sei tu che la osservi, spostando la tua attenzione da un elemento all’altro di cio che E’, che crei, nella tua percezione, il senso del tempo, del “prima” e del “dopo”.
Ma, in vertità non esiste nulla che abbia avuto esistenza prima o dopo qualcosa d’altro.
Se ciò fosse possibile significherebbe l’esistenza di qualcosa al di fuori dell’Uno e ciò renderebbe l’Uno qualcosa di diverso dall’Uno stesso, poichè non avrebbe tutto in Sé, non potrebbe essere l’Uno.
E’ dall’interno di te stesso, non da una qualità dell’esistente, che nasce la fuorviante sensazione del trascorrere delle cose, dell’accadere delle esistenze, del fluire del tempo, dello sbocciare di un fiore, dell’andare incontro alla morte, dell’evoluzione stessa.
E’ per questa tua intrinseca capacità di percepire la sucessione di realtà che “sono” come successione di realtà che “divengono” che tu, individuo incarnato, puoi essere considerato il vero burattinaio della tua esistenza.
Nell’Uno tuto E’.
E quando dico “tutto” intendo veramente “tutto” , senza che nulla possa restarne escluso.
Questo significa che ci sei tu, al suo interno, in tutte le forme che sono state tue ma, anche, in tutte le variazioni di ogni tua forma nel tempo e nello spazio.
Tu appena nato.
Tu bambino.
Tu adolescente.
Tu adulto.
Tu vecchio.
Tu disincarnato.
Tu che devi ancora comprendere.
Tu che hai già compreso.
Tu che non conosci l’Uno…
Tu che ti senti ormai congiunto con Lui.
Tu che sei Lui.
Perciò, in verità, bisogna arrivare a dire che non ti sei mai staccato dall’Uno così come non l’hai mai ritrovato, dal momento che sei sempre esistito in Lui in ogni più infinitesimale frammento del tuo essere.

Un aspetto della relazione di accompagnamento, di aiuto o “terapeutica”

Cerchio Ifior, L’Uno e i molti, volume secondo, pagine 112-113

Le vibrazioni (si intendono quelle che emette la persona che conduce una certa situazione di “aiuto”), senza dubbio, hanno il compito di smuovere qualcosa all’interno degli individui affinché, seguendo la traccia di ciò che viene smosso, riescano a comprendere qualcosa di più di se stessi e quindi a modificarsi, ad aumentare il proprio sentire.
Tuttavia, non è una vibrazione che entra all’interno dell’individuo, quella che smuove, ma è la reazione delle vibrazione, che già esisteva all’interno dell’individuo, che risuona con quella con cui viene a contatto: un po’ come due diapason, uno vicino all’altro; la vibrazione di uno fa vibrare anche il diapason vicino con una vibrazione molto simile, se non addirittura uguale.
Non è, quindi, una vibrazione esterna che modifica o manda in crisi un individuo, ma una vibrazione interna che risuona e vibra sentendo questa vibrazione esterna che l’alimenta: la riconosce e quindi mette in moto questa vibrazione che già esisteva.

Un gesto

Ho visto uomini che chiamavano e cercavano Dio;
ognuno di essi lo chiamava con un nome diverso…
e li ho sentiti fratelli.
Ho visto tanti uomini che aiutavano gli altri uomini
nel nome di un ideale…
e li ho sentiti fratelli.
Ho visto uomini che aiutavano altri uomini
nel nome della liberà,
e anche questi li ho sentiti miei fratelli.
Ho sentito, poi,
un uomo che non aveva nomi per Dio,
un uomo che diceva di non credere alla Sua esistenza,
un uomo che si teneva lontano da qualunque religione,
un uomo che, parlando con gli altri uomini delle sue idee,
si definiva ateo convinto.
L’ho visto asciugare la lacrima
di un bimbo che piangeva…
e ho sentito me stesso.

Moti, Cerchio Ifior
Dal volume “Misticismo quotidiano”