La contemplazione non ha soggetto, nè oggetto

Non puoi dire di stare contemplando.
Né puoi dire cosa stai contemplando.
Quando accade l’atto contemplativo c’è solo la realtà, che è percepita, ma non frammentata, dunque viene colto un frammento che testimonia la totalità del Reale.
Se stai pelando le patate, accade che c’è quello: le patate, il pelare, le bucce spalancano la comprensione dell’infinito, totale ed unitario essere.

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Non avere paura di sbagliare

Affrontiamo la vita impreparati, sempre.
Siamo qui per conoscere, divenire consapevoli, comprendere ciò che ancora non abbiamo compreso: non possiamo che sbagliare, che dire cose imperfette, compiere azioni limitate e non di rado dannose a noi e al nostro prossimo, essere mossi da intenzioni confuse e non univoche.
Questa è la vita, non altro: possiamo salire sul nostro personale palcoscenico e recitare la nostra parte? Dobbiamo farlo, siamo qui per questo.

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Dove arriva la responsabilità dei genitori?

Commentando il post Il tempo e il modo di morire di ciascuno, Natascia si chiede: “Perché la vita mi ha posto di fronte a certe scene, quali resistenze, incomprensioni e limiti hanno determinato quelle scene? E non potevo davvero far nulla per evitarle? Se davvero, come dici, la vita ci pone in più occasioni la possibilità di comprendere, qual’è la mia responsabilità nel non aver compreso?”.
A volte i nostri figli hanno cammini complessi e dolorosi e questo loro procedere inevitabilmente ci interroga e, non di rado, ci suscita un senso di inadeguatezza ed anche di colpa.

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Il tempo e il modo di morire di ciascuno

Vorrei riflettere su un paio di simboli che emergono dal dramma di Dacca.
Un gruppetto di italiani si ritrova per cenare assieme: un attimo prima che inizino i fatti terribili che sapete, il giovane cuoco si ritira in cucina per preparare qualche piatto italiano, un marito si separa un attimo dalla moglie perché deve fare una telefonata.
I due si salvano dalla barbarie che subito dopo esploderà, tutti gli altri no.
Quali sono i simboli sui quali voglio riflettere?
1- Il più evidente: pochi secondi salvano alcuni e condannano altri.

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