Il regno degli ipocriti e degli ignavi

1- Gli ipocriti: coloro che usano e abusano quotidianamente del lavoro degli immigrati che mandano avanti i loro campi, le loro fonderie, che badano i loro vecchi ma che non li vogliono tra i piedi: usano e abusano dei lavoratori sottopagati e senza diritti, non ne possono fare a meno, ma non li vogliono vedere, li ammassano in lager di plastica, di cartone e di lamiere e si voltano da un’altra parte.

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Ti interroghi sulla tua compassione

All’alba di una domenica d’agosto, cammini su di un tappeto di foglie secche abbandonate da alberi che non hanno più la forza di trattenerle, stremati da una sete che non perdona e non si placa.
Sorge in te una ribellione profonda per il Demente che di questa sofferenza della natura porta la responsabilità, e ti interroghi sulla compassione di cui tanto spesso parli, sulla tua compassione.
Si, tu compatisci il Demente e, nonostante il danno che esso provoca devasti il mondo, non riesci a puntare il dito, ma un dolore profondo ti invade e una distanza si aggiunge, una lontananza dovuta ad una estraneità: estraneo nei modi, nel sentire, nella capacità di rispondere alle responsabilità.

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Del karma delle genti e del non grattare la pancia all’orso

A te che fuggi da condizioni di vita miserabili abbandonando la tua terra natale e, spesso, anche i tuoi cari, venendo meno alle esperienze, obiettivamente dure da affrontare, che la vita ti ha proposto, non credere, così, di poter sfuggire alle tue necessità evolutive, e cerca di renderti conto che non è mai veramente possibile discostarsi da esse…(Dall’ultimo messaggio del Cerchio Ifior)

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Tra accoglienza e rifiuto non vediamo il problema della giustizia

Stretti nella morsa dell’emergenza immigrazione non riusciamo a discernere, a vedere il problema nella sua interezza, cogliamo frammenti, ci dividiamo e iniziamo il rito del configgerle: quando non sappiamo trovare soluzioni, facciamo guerre.
Rito antico, rito tra maschi, rito inguardabile per chi ha occhi per vedere il reale.
La questione generale: il problema non è quello dell’accoglienza, ma quello della giustizia.
La questione particolare: l’accoglienza deve essere realistica e commisurata alle possibilità di ciascun popolo.

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