Cerchiamo di preservarci da ogni presunzione ricordando che procediamo per tentativi. Di situazione in situazione il nostro sguardo si fa più profondo, la conoscenza e il sentire si ampliano grazie a ciò che incontriamo, di qualunque natura sia.
Senza certezze procediamo, senza chiederci più di quanto possiamo,
In evidenza
Il lungo, lento, cammino dell’arrendersi
Questo è la vita ad un certo punto.
Non per tutti.
Per quelli che sentono che questa affermazione ha un senso, per loro, le uniche questioni che si pongono sono:
affrontare la propria irrilevanza,
La fedeltà nella coppia
Abbiamo avviato nel forum una discussione su questo tema nel tentativo di indagarne la complessità, affrontandolo da un punto di vista non morale, ma reale: fatto che accade e che ci interroga.
L’evolvere dell’interpretazione
Vittima, carnefice; dolore, gratificazione; senso, non senso: in una certa stagione della nostra vita tutto dipende da come interpretiamo gli eventi.
La via spirituale è un lungo, lento processo in cui si allena la mente a coltivare molteplici punti di vista, dandole strumenti sempre più sofisticati per poter interpretare le scene prodotte dal sentire in continua trasformazione.
La resistenza dell’identità al nuovo
Da Francesca: “A volte, mi sembra, si ha paura che il “distacco” corrisponda ad una assenza di coinvolgimento. Forse perché l’idea di coinvolgimento che abbiamo è rivolta ad alimentare l’emotività nella quale ci identifichiamo?”
E’ così. La mente/identità, basandosi sugli strumenti interpretativi di cui dispone, considera vita soddisfacente e gratificante quella che contiene un certo tasso di cognizione, di emozione, di sensazione, di azione.
Quello che insegniamo qui
Non tanto a vivere spiragli di libertà, quanto a costruire le fondamenta della libertà.
Che cos’è la libertà? Vivere senza il condizionamento dell’identità, potendo sperimentarla quale semplice espressione della coscienza.
L’oggetto del proprio amore non può che morire
Mi è capitato, una mattina, di ascoltare in un paio d’ore il nome di Gesù decine di volte. La persona che pronunciava quel nome di certo ama, secondo il proprio sentire, quella dimensione di coscienza e d’esistenza che chiama Gesù; su questo non ho dubbi.
Nel confronto con la mia esperienza mi sorge qualche perplessità: nel tempo ho visto morire l’amore pronunciato, dichiarato, affermato.
Incontrarsi
Per incontrarti ho bisogno di due condizioni:
non aver paura di me;
non aver paura di te.
Su questa base possiamo cominciare a giocare la rappresentazione dell’incontro.
Vedi la discussione sull’intendersi, nel forum.
Tutto può essere perduto
Ogni interpretazione di sé, dell’altro, della vita, viene scalzata da una interpretazione più sofisticata: non esiste l’interpretazione autentica, l’identità originale, esistono processi mutevoli, spesso, quasi sempre, aleatori. Istantanee di noi che ci piace appendere allo sportello del frigorifero. Patacche da appuntarsi al petto.
Quando non c’è più interpretazione che cosa diventiamo noi, l’altro, la vita?
L’identificazione intesa come “mi riguarda”
Quando c’è identificazione? Quando un fatto, una situazione, un qualcosa che proviamo, ci riguarda, ci coinvolge, ci interessa, ci preme, ci interroga.
Riguarda chi? Noi.
C’è un soggetto, c’è una situazione e c’è l’uso che viene fatto di quella situazione. Qual’è questo uso? La definizione di sé.
Quella situazione ci definisce, ci conferisce senso, ci gratifica, ci ferisce, ci seduce, ci offende, ci intriga, ci annoia. Reazioni anche opposte ma tutte ci conferiscono il senso di esserci come nucleo di identità.