Qualunque frammento di stato è porta per l’unità

Qualunque stato, dal più irrilevante al più pervasivo, di qualunque natura sia è interno alla stato di unità ed è veicolo per la consapevolezza che lo sente come aspetto dell’insieme.

Lo stato è solo uno stato, anche il più pesante: la questione riguarda il contesto nel quale viene sentito. Se il contesto è di identificazione, lo stato diviene frammento separato dall’unità; se il contesto è l’unità, il frammento perde potere e pregnanza ed è parte/aspetto dell’insieme unitario, come tale sentito.

La consapevolezza si sposta lungo i binari della nostra comprensione: se i binari vanno da identificazione a unità, la fluttuazione è rilevante; se vanno da unità a unità permane una sostanziale stabilità.

La consapevolezza che si muove da unità a unità significa che quando un frammento sale alla consapevolezza esso non viene mai estratto dalla complessità unitaria, in essa permane.
Il particolare viene messo a fuoco nell’insieme: la consapevolezza si muove internamente allo stato unitario sorretta dalla comprensione che l’unità è sempre e mai diviene due.

L’unità è una condizione dinamica, non statica, è complessità che contiene la gamma dei sentire e dunque degli stati. La possibilità di allontanarsene è relativa al grado di comprensione/sentire conseguito: più questo è ampio, più il processo è irreversibile e l’identificazione rimane sempre a margine.

Permanendo in prevalenza la consapevolezza nell’unità d’Essere, di quella unità viene vissuta la complessità: qualunque stato nel quotidiano venga sperimentato, questo diviene la connessione al relativo stato di sentire e la porta per la consapevolezza unitaria.

A volte la consapevolezza abbraccia subitaneamente lo stato nell’insieme, altre volte c’è come un passaggio logico dallo stato all’unità, passaggio logico che può avere un riflesso temporale: sento lo stato e poi la consapevolezza lo abbraccia nell’unità. Altrimenti la prima opzione è: sento lo stato ed esso è “insieme unitario”.

Questa immagine di un’albicocca, la prima di quest’anno del nostro albero, forse rende la complessità unitaria: la depressione centrale che ospitava il seme, la struttura evidente della polpa parlano di una complessità. Ciò che la mistica irreale dell’unità tende a coprire, l’esperienza quotidiana accessibile attraverso la contemplazione conduce a evidenza.
Sottoscrivi
Notificami
guest

1 Commento
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
Vedi tutti commenti
Nadia

Due post rilevanti e chiari…impressiona la capacità minuziosa e dettagliata della descrizione di questi stati che senza questi accenti non vorrebbero nemmeno tutti colti. Profondo inchino.

1
0
Vuoi commentare?x