Siamo già entrati nella dimensione dell’essere e come abbiamo visto questo non toglie niente alle nostre vite come sensazioni, emozioni, pensiero, ma aggiunge un’altra dimensione da sperimentare e permette di leggere l’esistente e lo sperimentato in una luce completamente differente.
Basi del Sentiero contemplativo
Lo zero, il pensiero, l’emozione, l’azione [sentiero59]
Fino a quando non è maturata la comprensione di altro, a noi sembra che la cosa più importante sia quel sentirci d’essere che deriva dalla percezione, dalle emozioni, dai pensieri.
Lo spazio neutro, lo zero [sentiero58]
“Nella nostra banalità”, hai detto a un certo punto; sì, nella nostra banale irrilevanza è la chiave per incontrare sé, l’altro e una possibilità di libertà.
L’irrilevante può scorgere l’essere. Lo spazio dell’esistere è lo spazio dello zero.
Non è un problema se sono un essere limitato [sentiero57]
Che cosa accade quando noi siamo, finalmente, consapevoli del nostro limite e lo accogliamo senza più protestare? Accade che ci “de-tendiamo”. Ti è mai capitato di entrare in una chiesa, una sala di meditazione, un monastero e di avere la chiara consapevolezza di essere entrata in un’altra dimensione di sentire?
Quella limitazione che parla dell’essere [sentiero56]
Non c’è accoglienza senza che si entri in un processo che ridefinisca chi accoglie: a noi sembra che sia l’identità ad accogliere; certo, è così, ma quell’io che accoglie è sentire in atto e in costante mutamento, quello che chiamiamo io è un noi, un insieme, il volto di un insieme, e quindi ciò che mostra è la risultante del processo che vive tutto l’insieme.
L’accoglienza del limite spalanca le porte dell’essere [sentiero55]
L’accoglienza del limite spalanca le porte dell’essere, perché? Perché contiene il senso della propria piccolezza e insignificanza.
La filosofia del limite [sentiero54]
L’essere, la dimensione esistenziale che ‘precede’ l’esistere, ‘appoggia’ sul limite ed è sperimentabile a noi proprio perché limitati. Tutto il dispiegarsi dell’esistenza s’innerva a partire dalla pressione che sorge dall’essere limite.
Il ritmo identificazione/disconnessione [sentiero53]
Quando abbiamo parlato della identificazione abbiamo detto che il problema risiede in una identificazione/consapevolezza che si sviluppa essenzialmente su di un piano e abbiamo proposto una consapevolezza simultanea su più piani, una identificazione globale che, coinvolgendo la totalità dell’essere supera la nozione stessa di identificazione.
Nella pausa emerge il mistero dell’Assoluto [sentiero52]
F- La disconnessione è un modo per aprirsi al mistero dell’Assoluto
Emerge qualcosa che l’umano non conosce, nella pausa c’è una sospensione del conosciuto e l’apertura sul mistero inteso come quella dimensione che è aldilà di ciò che possiamo contenere.
Non tanto di ciò che possiamo esprimere, è ovvio che non abbiamo un codice per esprimere quello, ma proprio aldilà di ciò che possiamo contenere.
La consapevolezza delle pause disarticola l’identificazione [sentiero51]
E- La disconnessione è un modo per conoscere il divenire e sperimentare l’essere
Osserva la frase che fa da titolo a questo sotto-paragrafo:
La-disconnessione-è-un-modo
LaSPAZIOdisconnessioneSPAZIOèSPAZIOunSPAZIOmodoSPAZIO