Camminare nell’amicizia

E’ un invito che rivolgo innanzitutto alle persone che percorrono questo Sentiero: camminiamo in una prossimità, in una vicinanza, in una simpatia, in una attenzione reciproca, in una apertura che non pone condizioni.
Incontro dopo incontro, gettiamo le basi di un’amicizia, di una fratellanza e sorellanza, di quel senso di essere viandanti accomunati dagli stessi passi, fatiche, cadute, gioie.

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Costruttori di futuro

Difficile edificare qualcosa sulla base dell’ignoranza di sé; ancor più difficile costruire sull’ignoranza accompagnata alla violenza.
Nel silenzio, nella discrezione, con il passo leggero di chi sa che non è importante, attraversiamo il bosco della vita e costruiamo tessere di futuro.

…………..Si apre una possibilità nuova nel momento in cui dalla società sorge una volontà, una intelligenza, una responsabilità che diventano gesto ed azione sociale condivisa, preludio di un modo nuovo di porsi di fronte a sé, all’altro, al bene comune.

Preoccupazioni

Un’ amica scrive: “E” un periodo per me (apparentemente) pieno di preoccupazioni e allora mi si presenta una frase proposta da Vasco:
“Quando sono sopraffatto dalle preoccupazioni, ripenso a un uomo che, sul suo letto di morte, disse che tutta la sua vita era stata piena di preoccupazioni, la maggior parte delle quali per cose che mai accaddero (Winston Churchill).

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Chi sono io?

Veronica ci manda questa metafora che ci serve da stimolo per precisare qualcosa:
Chi sono io? 
Chiese un giorno un giovane a un aziano. Sei quello che pensi, rispose l’anziano, te lo spiego con una piccola storia:
Un giorno, dalle mura di una città, verso il tramonto si videro sulla linea dell’orizzonte due persone che si abbracciavano.
“Sono una papà e una mamma” pensò una bambina innocente.

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L’irrilevanza ti rende libero

Se tu decidessi di tacere e di ritirarti, per un momento quelli che ti sono vicini sentirebbero una mancanza, poi, come è nelle cose e come deve essere, tornerebbero ai loro cammini.
Questa comprensione ti rende libero: fai quello che puoi fare e lo fai nel migliore dei modi che ti è possibile, e sai che la vita ora usa te, ora altri; sei un respiro, con le consistenza dell’aria che si perde nell’aria.
E’ l’irrilevanza che ti rende libero.

Come risa nella notte

L’esperienza di quello spazio sempre prepara il tuo avvento.
Sei uno stato dell’essere: prima ti mostri come spazio e silenzio, poi come pienezza e commozione.
Poi ancora silenzio. Un ritmo senza fine.
Oltre tutto ciò che sembra l’esistente, l’essere della realtà che non ha bisogno di parole, canta se stesso.
La pioggia che cade sul vetro dell’abbaino lo trasforma in strumento musicale: nel vuoto della mente le gocce risuonano come risa nella notte.

Perché dubitare?

“Dopo una giornata passata a mendicare,
torno alla mia capanna e chiudo la porta.
Brucio nel focolare dei rami ancora verdi;
leggo con calma le poesie di Kanzan.
Il vento dell’ovest porta la pioggia.
Ogni tanto, distendo le gambe e mi riposo.
Perchè affannarsi, perché dubitare?”
Ryokan, monaco dello zen, 1758-1831
Poesie di Ryokan, La vita felice editore

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Il mistero dell’essere

Più osservo ciò che accade in me, i processi, gli stati, il mutare incessante, più, quando osservo il mio prossimo e ogni essere attorno, prendo atto dell’insondabile mistero che avvolge tutta la realtà.

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La debolezza è la mia forza

Non ciò che conosco ma ciò che mi rimane difficile, ciò su cui cado, ciò che non so discernere.
Dalla mia ignoranza sorge la direzione della mia vita. L’ignoranza mi conduce a cercare, a indagare senza fine; mi impedisce di fermarmi e mi accompagna di errore in errore, di limite in limite, di parzialità in parzialità, di stoltezza in stoltezza, di fatica in fatica.

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