Una voce: Ci avete chiesto di commentare questo tsunami, che dal punto di vista dell’uomo è un’immane tragedia, e noi ve lo presenteremo dal punto di vista della via della Conoscenza. Che cosa si può dire, mettendosi un ascolto del sussurro del tempo?
Fonte: Via della conoscenza, comunicazioni fondanti riviste e aggiornate nel 2024.
Un partecipante: Per noi è una tragedia e basta, c’è un profondo senso di impotenza e di dispiacere.
Una voce: Tu parli del dolore provocato in chi è rimasto, più che della morte di chi non c’è più.
Un partecipante: E della distruzione di questi popoli che sono già poveri, non hanno niente e per di più capita loro una tragedia così.
Una voce: Ora, quel che hai detto vediamolo inserito nella via della Conoscenza. Cosa si potrebbe dire guardando nel profondo quello che si è verificato?
Un partecipante: Due strati della terra si sono mossi e una gran quantità d’acqua ha spazzato via tutto.
Una voce:È ciò che per secoli e secoli è sempre accaduto, soltanto che ora si è presentato a dei livelli superiori della struttura terrestre. Quel profondo movimento si è verificato in superficie ed ha toccato chi risiede in quei luoghi sulla terra.
Si tratta di una forza distruttrice che è contemporaneamente una forza che riequilibra, vale a dire che è un controbilanciare una forza con un’altra forza: non vanno viste separatamente. Questa forza, che appare come distruttrice, è una forza che genera ed esprime un diverso equilibrio tra forze dentro la crosta terrestre. Quello che a voi sembra paradossale è che questa forza, che cerca un equilibrio di riassestamento, produca una disarmonia e uno squilibrio che voi giudicate così inaccettabili. E allora vi domandate perché mai una forza che cerca un equilibrio debba produrre un così profondo disequilibrio.
State vedendo in modo approssimativo quello che chiamate disequilibrio. Al posto di questo termine possiamo parlare di una forza terrestre che cerca quello che è possibile definire un equilibrio necessario che possa evitare l’emergere di accadimenti maggiormente incontenibili e devastanti, pur producendo un profondo disequilibrio, ma solo ai vostri occhi.
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Un partecipante: Per noi non è apparente, è reale.
Una voce: Prova a comprendere questo accadimento. È una forza di riassestamento che evita una maggiore divaricazione di altre forze; si è espressa una normale conseguenza per un adattamento necessario e inevitabile nell’equilibrio della struttura terrestre. Può accadere in un qualunque momento, poiché la struttura terrestre è nella continua ricerca di equilibrio, in costante dialettica con il disequilibrio. Chi studia questi fenomeni li conosce; diventa per voi non comprensibile quando questa naturalezza si impatta sull’uomo, come se l’uomo non fosse strettamente legato alla struttura della terra. Mentre voi pensate che l’uomo dovrebbe essere slegato, nel vivere il suo benessere, da ciò che accade dentro la crosta terrestre.
Un partecipante: È legato eccome.
Una voce: Se la crosta terrestre non si riadatta di volta in volta, i fenomeni possono esplodere in maniera molto pesante. L’uomo vive incastonato nella struttura della terra e alcune volte questa stessa struttura viene utilizzata dall’uomo come forza: per esempio, parliamo dei gas che si sprigionano dalla crosta terrestre e che, una volta incanalati, diventano forza motrice, procurando in tal modo benessere per l’uomo. Ogni volta che considerate la crosta terrestre in consonanza con i vostri bisogni, o quando può essere da voi imprigionata per soddisfarli, tutto allora vi sembra logico e giusto, compreso il fatto che comunque ci sia un apparente disordine, vale a dire delle forze che fuoriescono improvvisamente ma che, se incanalate, producono utilità per l’uomo.
Ciò che si è verificato è unicamente ciò che è inevitabile, poiché la struttura terrestre è un campo di forze che periodicamente e improvvisamente si riadattano. Può accadere che esse colpiscano in modo che voi etichettate come non-armonioso, data quella particolare situazione, e poiché lì viene offesa non soltanto l’integrità dell’uomo, ma proprio la mente, come struttura, automaticamente non si giudica l’accaduto – che ha coinvolto una moltitudine di tanti esseri viventi – ma il fatto che sia capitato alla vita dell’uomo. Eppure, già sapete che la vita dell’uomo è strettamente legata alle sorti della natura.
C’è poi un altro aspetto del discorso, che riguarda come l’uomo tratta sia la crosta che l’atmosfera terrestre, ma oggi parliamo solo di ciò che accade endemicamente e periodicamente, come la pioggia, il vento e il calore del sole. Questi sono fenomeni naturali che possono portare quello che voi considerate delle disarmonie, cioè troppa pioggia, troppo sole, troppo vento, e lì l’uomo mette automaticamente la sua etichetta. Vengono giudicati fenomeni armonici solo quando si succedono secondo i calcoli umani, perché ogni volta che l’uomo ne vede un eccesso, subito parla di qualcosa che è disarmonico.
Eppure l’uomo vive proprio incastonato dentro la vita, che è vita anche della crosta terrestre, e lì vita è proprio il sommovimento di forze e la ricerca di un continuo equilibrio, il che mette in campo un movimento di forze, che talvolta si impattano non solo sull’uomo, penalizzando una fetta di umanità. Pensate all’eruzione di un vulcano.
Qui sorge un interrogativo. Se si considera questa forza, che si sprigiona dalla terra, come il killer dell’uomo e, molte volte, l’uomo stesso come coautore di questa forza killer – in quanto è stato improvvido – si trasforma un fatto naturale nella causa di morte dell’uomo. Noi diciamo che semplicemente, in quel momento, c’è una trasformazione della crosta terrestre e c’è contemporaneamente una trasformazione della vita dell’uomo, che viene investito da quell’accadimento, perdendo la vita e trasformandosi, materialmente, in qualcosa d’altro.
Ad esempio, quando si scatena un terremoto ci sono delle forze di riassestamento che si impattano su una comunità umana, la quale si trasforma come la crosta terrestre; vale a dire che una parte di quell’umanità non c’è più – è morta – mentre un’altra parte continua la vita; e quella parte che non c’è più passa da una sua struttura a un’altra struttura, cioè si trasforma in altra materia.
Quindi, la crosta terrestre fa ciò che fanno le malattie, anche provocate dall’uomo, oppure i tifoni, oppure le pandemie, oppure le guerre prodotte dall’uomo, cioè agisce sull’ambiente naturale. Ad esempio, una guerra agisce anche sulla vita della terra – sui minerali e sugli animali che vengono contaminati – e agisce sulla vita dell’uomo.
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