Appunti sull’unità d’Essere e sull’abisso che segue 1

Gli appunti che seguono sono una discesa nel vuoto e del vuoto avranno i caratteri, dell’assenza che sorge dal perdere, dello scomparire affinché solo l’Essenza sia.

21. L’errore risiede in una sorta di attesa di qualcosa di riconoscibile, un segno decodificabile.
Il grande vuoto è il segno e si offre come possibilità di essere indagato ma vuole essere libero dal conosciuto e dall’ipotizzabile, vuole poter uscire dallo spettro del già declinato personalmente o storicamente.

20. Vengono cercati appigli per non essere competamente solo davanti all’ignoto, dentro di esso. In realtà questo abisso accade in questi termini solo per me e sto verificando che non c’è esperienza altrui che possa essere utile.

19. Ciò che attrae la nostra attenzione è un simbolo inequivocabile. Nelle molte ore del giorno osservo come niente della narrazione duale è di qualche interesse, solo lo sprofondare nel vuoto sembra avere senso.
Osservo l’inquietudine di superfice che si placa solo con il precipitare nell’abisso.

Un ritmo naturale alterna inquietudine e consapevolezza del vasto: là dove l’inquietudine è figlia dell’immanenza illusoria e il vasto è l’acqua definitiva che disseta, nel mezzo si trova la scomparsa di sé. Scomparendo, tutto si placa.

18. Oltre la preghiere, l’unione. Oltre l’unione, l’Essenza.
Forse l’Essenza non la si può indagare, si può esserla.

Essendola si dischiude come un fiore al mattino.
È oltre vuoto/pieno, oltre ogni categoria e oltre ogni conosciuto.

Qui sono giunto, posso contemplare ma non indagare contemplando.
Contemplare indagando è ancora un moto, un protendere che deve cessare: solo ascolto.

L’abisso vuoto è un aspetto di questa contemplazione dell’Essenza, la risultante di questa esperienza.
28.3.25

La serie di post di “Contemplazione quotidiana” che precede queste riflessioni sull’abisso.

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Kita-lu

Grazie, si apre l’ascolto nel profondo, mentre in superficie puoi leggere e studiare.

Catia Belacchi

Grazie per questi contenuti cui non siamo pronti ma che ci attirano come una calamita.

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