Fonti: Tollini, Pratica e illuminazione nello Shobogenzo, Mediterranee.
Shōbōgenzō di K.Nishiyama, traduzione S.Oriani
Shōbōgenzō, tradotto da Gudo Nishijima e Chodo Cross
[Oriani traduce] Un giorno, il Maestro Nazionale Daishō,3 chiese a un monaco: “Da dove vieni?” “Vengo dal sud” rispose il monaco. “E quale Zen insegnano i maestri del sud?” chiese il Maestro. “Vi sono molti buoni maestri là” disse il monaco. “Che cosa insegnano?” chiese Echū.
“I maestri del sud insegnano che la nostra mente è Buddha, dove Buddha significa risveglio. Ai discepoli si insegna che possiedono la reale natura del risveglio. Essa opera liberamente, utilizzando il corpo. Se opera nella testa, la testa funziona correttamente; se opera nei piedi, essi funzionano correttamente. Perciò vera natura significa perfetta conoscenza. Il Buddha si può trovare solo all’interno di questa perfetta conoscenza.
Il nostro corpo è soggetto a nascita e distruzione, mentre la vera natura della mente è eterna. La creazione e distruzione del nostro corpo è simile a un drago che cambia le proprie ossa, a un serpente che muta la pelle, o alla gente che si trasferisce da una vecchia casa a una nuova; le dimore cambiano, ma gli occupanti sono gli stessi. I maestri del sud insegnano questo.”
[3] Il Maestro Nan’yō Echū (675?-775), successore del Maestro Daikan Enō. Maestro Nazionale Daishō è il suo titolo quale insegnante dell’imperatore. [Nan-yang Hui-chung]
- → Contemplare il paradigma del Cerchio Firenze 77:
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