Via della conoscenza: si chiude il Cerchio Marina 15

Partecipante: Vorrei che specificaste quello che avete accennato sul fatto che una struttura mentale, quando viene messa in crisi, va un po’ in tilt sull’aspetto organizzativo.

Una voce:L’uomo che si identifica totalmente nella propria mente, può comunque essere consapevole del quotidiano solo se pone la sua attenzione su quello che si presenta e su quello che compie.  Ma quando quell’essere si sente attraversato da ciò che è oltre lui, può venir distratto dal quotidiano, perché può sembrargli “più interessante” o “più gratificante” quel continuo entrare ed uscire di ciò che lo attraversa e che lo costringe a porsi il quesito di che cosa stia succedendo.

Attenti, quello che vi stiamo prospettando non parla di una sicurezza, ma del mettersi insieme di piccoli eventi che possono sfociare in quello che vi abbiamo detto – la Voce – o non sfociare. E se non sfociano, cosa succederà? Niente. Lo strumento rimane quell’essere identificato nella sua struttura mentale.

Partecipante: Io ho tantissime resistenze: qui ci sono tante cose che non accetto, però mi sento incuriosita, desiderosa, eppure mi pongo uno sciocco problema morale, cioè sono incuriosita però so che ho ancora tante resistenze e tante cose non mi vanno giù.

Una voce: Qui c’è la semplice offerta a te e a chiunque, indifferentemente, della possibilità di passare attraverso delle forche caudine. Tutto qua. Tu puoi decidere che queste forche non ti interessano, oppure puoi esporti soltanto un poco. Questo riguarda il tuo “io”, non quel che accade qui dentro. Poi tu aggiungi di avere delle riserve e delle curiosità, vale a dire come ciascuno qui presente. Motore è l’essere incuriositi e freno sono le riserve, cioè la tipica dinamica del mentale nei suoi due aspetti: attratta e frenata, che è anche la dinamica di un possibile cambiamento.

Quindi non stai raccontando altro che il processo che tutti affrontano nei su e giù del mentale; pertanto non ha alcuna rilevanza il tuo tentativo di fare la conta o la misurazione se è maggiore o minore la tua altalena rispetto a quella altrui. Se lo sguardo resta posato costantemente sul proprio ombelico, si dà forza ai su e giù e ci si sente costantemente sballottati, pur restando fermi sul posto ma col desiderio di qualcosa di dinamico e di diverso. Allora, la scelta può essere quella di osservare oltre il proprio piccolo spazio, di giocarsi e di assecondare ciò che nasce dentro di sé. Nel tuo caso, l’unica cosa che ti trovi ad affrontare è l’occasione, offerta a tutti, di attraversare le forche caudine, condizionate dalla tua curiosità e dal tuo freno. Questo accade, ma tu puoi coglierlo o non coglierlo a seconda che prevalga la curiosità, il freno, o l’attaccamento all’ondeggiamento del tuo mondo mentale.
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