Via della conoscenza: si chiude il Cerchio Marina 15

Quello che continuerà

Noi abbiamo stretto un patto con qualcuno di voi, ed i patti non li disattendiamo mai. Abbiamo detto che, in forma diversa per ognuno dei due, resteremo vicini allo strumento ed a chi gli sta accanto fino a quando i libri saranno conclusi, proprio per esercitare una supervisione. Attenti, non stiamo parlando di queste presenze in mezzo a tutti voi, che termineranno molto presto, come ben sapete. Ed allora che cosa intendiamo quando diciamo che qualcos’altro continuerà ad accadere al fuori di qui, perché abbiamo stretto un patto? Che i libri saranno comunque governati anche da noi. Quindi, quando qui si tutto chiude, la sorveglianza e la costruzione dei libri saranno ancora presidiati da noi, mentre questi incontri collettivi si concluderanno per non riaprirsi.

L’Oltre ha le sue strade, che vanno al di là delle vostre, per far continuare questo messaggio; il vostro compito è quello di guardarvi e interrogarvi su che cosa si muove in voi quando la fonte si inaridisce e da quel momento vi ritrovate da soli con voi stessi, custodi di quello che vi è giunto e con quello che è sorto dall’incontro con l’Oltre. Seguite quel motore interiore che vi porta ad incontrare altro. Se qualcuno vuole, stando dentro la via della Conoscenza proprio nel modo semplice ed umile di chi non padroneggia i concetti; oppure, per qualcun altro, in una maniera protagonista, che pur è necessario ci sia – e lo sottolineiamo qua dentro – nell’offrire agli altri ciò che gli nasce dentro.

Lo diciamo perché a qualcuno di voi spetta il compito di essere paladino dei concetti, e non occorre dire qui dentro chi può essere la paladina di questi concetti, nel senso di colei a cui la sorte ha fatto incontrare fortemente quei concetti, perché è stata messa più vicina alla fonte. Con lei abbiamo già stabilito dei patti. Ma è altrettanto interessante che ci siano dei soggetti che, se nasce in loro un moto, offrano quella spinta a mettere in campo le loro risorse, e non importa quali e come sono.

Vediamo cosa succede fra queste tante strutture mentali qui presenti e quel movimento insolito che in ciascuno di voi può prodursi, che magari uno non capisce, ma che lo spinge a volere offrire ciò che gli è stato dato. Ci sono domande?

Partecipante: Quando dite “rioffrire”, intendete il messaggio scritto, identico a quello che voi avete proposto, oppure attraverso quello che ciascuno di noi ha assorbito e quindi mediato attraverso la propria personalità e il proprio pensiero?

Una voce: Ti domandi: “Come posso io offrire agli altri qualcosa che mi ha inciso?”, e la risposta è che ciascuno di voi lo offre nel modo con cui è capace: fraintendendo, intendendo, magari presentando un certo segmento, o magari solo narrando della propria esperienza di impasse, mentre subiva il contro-processo. Ciascuno questo lo può fare, perché se qualcosa dentro gli appare non più come prima, pur non capendo il come ed il perché, viene spontaneo raccontarlo, sia pure – come dite voi – selezionando le persone. Riguardo a quel qualcosa che è giunto dall’Oltre e che è stato depositato in pagine scritte, voi potete decidere se offrirlo, non offrirlo, come offrirlo e quindi come mantenere vivida una fonte rimasta solo scritta.

Vi ricordiamo che il Cerchio Marina comunque muore e mai più si chiamerà Cerchio Marina. Il nome muore e questa esperienza muore, ma voi potete decidere se la traccia – quella che si è sedimentata in quegli stessi libri già scritti, o che saranno scritti e che noi voci sorveglieremo – può essere gestita secondo le semplici modalità: “Ho ricevuto e rioffro”. E se uno di voi si dice: “Per me la via della Conoscenza è abbastanza così”, si ricordi che la vita offre continuamente a tutti, indistintamente, altre possibilità, perché mai la vita abbandona se stessa, e voi siete vita.
Continua nella pagina successiva…

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