(3 Maggio 2004) Una voce: Che cosa vi rimane quando noi voci dell’Oltre chiudiamo? Vi rimangono delle parole e dei discorsi, vi rimane il ricordo di un accadere che non avete compreso e vi rimane quello che il ricordo produce o continuerà a produrre dentro di voi.
Fonte: Via della conoscenza, comunicazioni fondanti riviste e aggiornate nel 2024.
Quindi rimane una traccia, o rimane un’esperienza, o rimane una perdita o una sconfitta, o magari rimane una certezza, forse una motivazione, ma può essere anche una delusione. Tutto questo rimane dopo l’assenza di queste presenze.
Ma chi siete voi dentro quel qualcosa che vi rimane, una volta che queste presenze spariscono e vi lasciano orfani di un contatto diretto? Siete tutto ciò che avete elaborato in voi dentro questi incontri e siete anche l’attaccamento a queste presenze. Alcuni sono molto attaccati, altri stanchi, altri quasi in attesa della liberazione da questi appuntamenti, perché non hanno coraggio o forza per andarsene prima. Ognuno ha un proprio livello di tolleranza, eppure questo “morire”, vi lascerà un ricordo e ad alcuni lascerà una nostalgia. Però, passando il tempo, che cosa succede in un uomo? Polvere si accumula a polvere e soprattutto altre sollecitazioni vi colpiranno, il mentale verrà sollecitato da nuovi stimoli e voi incomincerete a spostare l’attenzione su altro.
Quello che vi è giunto continuerà, oppure non continuerà a essere offerto e a essere diffuso? Sì, se dentro qualcuno nasce un impulso non controllabile e non spiegabile, in seguito a un moto che qui si è prodotto e che ha portato ad aderire alla via della Conoscenza e a ritenere che essa sia una futura scommessa. No, se questo diventa unicamente un modo per glorificare un qualcosa che tentate di rendere vostro e che pensate vi ponga in prima fila in quello che chiamate “un fenomeno”, ma che è semplice accadere, di cui spesso non sapete neanche parlare. Quel che qui si è aperto e ora si chiude non è stato per la vostra gloria interiore. È stata casualità, che non vi riguarda.
Ma allora cosa fare di tutto quello che vi è gratuitamente giunto? Dipende da come vi collocate dal momento in cui accade questo nostro morire come presenze. Ciascuno di voi farà i conti con ciò che nascerà quando le sollecitazioni della vita lo orienteranno da una parte o dall’altra, quando certe difficoltà di stare al passo del contro-processo diventeranno talmente forti da fargli dire: “Beh, ne ho già avuto abbastanza della via della Conoscenza; per il momento lasciamola lì, non voglio approfondirla, non voglio continuare a confrontarmi con essa, perché tanto la vita mi sta portando verso nuovi lidi”.
Ciascuno di voi farà i conti con quello che avviene dopo, quando muore questo “alimento mentale”, perché, fino a quando c’è, una parte di voi si attacca lì e si nutre “spiritualmente”. Se, dopo un po’ di tempo, anche questo “alimento” si impoverisce, e voi non vi sentite più costretti a delle scadenze o a degli appuntamenti in cui abbeverarvi e cibarvi, a quel punto diventa arduo cercare di raggiungere il luogo dove si è spostata la fonte[1] – cioè l’Oltre – alla quale abbeverarvi per essere scossi un po’, guidati a fare delle scelte e aiutati nel darvi da fare interiormente.
[1] In Umbria. [Con lo spostamento dello “strumento” e della sua compagna da Milano al Lago Trasimeno iniziò anche la collaborazione con il Sentiero contemplativo. Ndr]
Mettetevi in ascolto di voi stessi, quando tutto questo muore, e capirete se il non fare più i conti col contro-processo fa nascere in voi l’esigenza di continuare a tener viva in voi la via della Conoscenza, oppure se, pur avendo occupato e riempito il tempo che le dedicavate, muore anche la spinta verso le sue provocazioni ed i suoi paradossi. Perché, chiuso il Cerchio, poi vivrete al vostro interno quel che avrà maggior voce per farsi sentire.
Parliamo di voi perché siete stati vicini a questa fonte, e quindi avete avuto la possibilità di abbeverarvi a queste presenze, la possibilità di esporvi ai contraccolpi del contro-processo e la possibilità di essere messi in crisi dall’incalzare dell’Oltre. Ciò che qui è avvenuto è solo una possibilità da cogliere o non cogliere, senza vanto alcuno. Perché può darsi che qualcuno, mai giunto qui, venga comunque messo in crisi da una frase, un paradosso o una provocazione della via della Conoscenza che gli capita di leggere o di ascoltare. Non ci sono prescelti, non ci sono privilegiati. Voi siete solamente strutture mentali che a volte si sono lasciate usare, altre volte hanno protestato e si sono serrate in mille modi, con mille pretesti e mille filtri per difendersi.
Quindi la messa in crisi significativa accade quando, spenti i riflettori su queste presenze dell’Oltre, nulla si riaccende e vi ritrovate nel vostro quotidiano con le tante sollecitazioni pratiche, con i vincoli del giorno dopo giorno e con la possibilità di dimenticare a poco a poco le sollecitazioni ricevute qui. Tutto questo riguarda solo voi.
Ma allora, vi domandate, può essere interessante continuare a tenere alimentata questa fiamma? Dipende se qualcuno lo ritiene utile o inevitabile, utilizzando tutti i modi che un umano può trovare. L’unica ragione per offrire ciò che vi è stato offerto è se nasce il desiderio di consegnarlo ad altri, con semplicità e senza attendervi che l’altro risponda, ma offrendo e ritirandovi ogni volta.
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