D- La disconnessione è un modo per conoscere la relazione coscienza/identità
Ho già accennato al senso di colpa ma vorrei tornarci: lo definirei l’indicatore del flusso di dati, bidirezionale, tra coscienza e identità.
dove la mente vede il deserto, l'esperienza contemplativa svela il seme della vita
Ho già accennato al senso di colpa ma vorrei tornarci: lo definirei l’indicatore del flusso di dati, bidirezionale, tra coscienza e identità.
Non si può lottare contro il proprio essere e smettiamo di lottare quando abbiamo i rudimenti della conoscenza di noi: allora può iniziare il viaggio della disconnessione perché allora le questioni di base, le domande su alcuni nostri avviluppi, fantasmi, paure, reticenze, inadeguatezze, hanno trovato risposta almeno parziale, non importa che sia definitiva.
Per comprendere la disconnessione tra pensiero e pensiero, pensiero-emozione-azione, bisogna che noi si abbia una comprensione di cosa sia il ritmo nella vita: inspiro ed espiro; movimento e stasi; silenzio e parola; giorno e notte; stagioni; vita e morte.
Abbiamo parlato dell’alleggerire, del lasciar andare, del non connettere pensiero a emozione e ad azione, ma ora possiamo scendere più nel dettaglio.
Come comportarsi di fronte all’altro che è identificato nei suoi processi e non riesce a districarsi?
La realtà è divenire ed essere e niente di tutto questo. C’è la rappresentazione che avviene nel tempo e nello spazio; c’è l’essere che è eterno presente, stare, risiedere. E c’è altro: prima del film, prima dei fotogrammi dell’essere, prima del sentire.
Togliere le etichette dalla realtà. Superare la consequenzialità degli stati e dei fatti. Aprirsi all’accadere che ora è e poi scompare, per lasciare spazio a un altro accadere. Ma, soprattutto, non connettere. Non collegare fatto a fatto, passato a presente, a futuro; parola a parola, parola a emozione; intenzione ad azione.
L’identificazione è l’incarnazione. La consapevolezza simultanea è la trascendenza.
L’identificazione consapevole e simultanea è la vita unitaria che supera la divisione, la frattura tra l’alto e il basso, l’evoluto e l’inevoluto, l’umano e l’Assoluto, l’uomo e la natura. È la sintesi.
Se guardi in natura c’è il predato e il predatore; c’è la materia organica e vitale che cresce, e c’è l’essere, l’organismo che la decompone: ogni essere è inserito nell’insieme e non c’è alcun “io” che non si inquadri nel “noi”.