Darsi delle priorità e proteggerle

Mentre scrivo ho in mente qualcuno di voi che, per generosità o intraprendenza, non si fa mai mancare una faccenda e, quando non l’ha, se la inventa.
Oggi è il giorno di Officina Essenziale, incontro mensile in cui confluiscono coloro che seguono la via del Sentiero contemplativo: occasione impegnativa che richiede presenza, delicatezza, ascolto.
Parlo di questa giornata per porre in risalto un metodo; non c’è giornata che non abbia una sua priorità, in questa è l’appuntamento con OE: a seconda di come sappiamo individuare una priorità e proteggerla, organizzeremo lo scorrere delle ore, gli impegni, il dispendio di energie.
Cose è prioritario in una giornata? Fatte salve alcune incombenze pratiche non dilazionabili, è prioritario ciò che impatta con il nostro interiore.

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Esperienza ed evoluzione del sentire

d-30x30Esperienza. Dizionario del

L’esperienza è il metodo principe che ci è stato donato per poter portare avanti la nostra evoluzione e riscoprire la nostra vera realtà: è solo attraverso l’esperienza fatta «sul campo» cioè nel corso della vita da incarnati che possiamo portare alla nostra coscienza i dati che le occorrono per ampliarsi e strutturare il nostro sentire in maniera sempre più organica.
Molti si chiedono perché è necessario vivere per fare esperienza, ma la risposta è abbastanza semplice, secondo quanto ci insegnano le Guide: la coscienza, per comprendere a fondo, ha necessità del maggior numero di dati e l’esperienza acquisita nel corso dell’incarnazione attraverso gli strumenti a disposizione dell’incarnato (ovvero i corpi fisico, astrale e mentale) fornisce tutti i molteplici elementi che compongono l’esperienza stessa: le azioni e reazioni della persona, le sue emozioni, i suoi sentimenti e i suoi pensieri e ragionamenti, dandogli la possibilità di osservare quanto è stato affrontato con la più ampia gamma di elementi possibile. A volte, quando siamo incarnati, ci sembra di essere sommersi e immobilizzati dai troppi dati che l’esperienza ci mette davanti, ma si tratta solamente di una reazione dell’Io di fronte alla sua impossibilità di avere tutto sotto controllo. In realtà, anche nei casi in cui l’Io sembra essersi immobilizzato, i dati continuano, comunque, ad affluire alla coscienza.

Dal volume del , Dall’Uno all’Uno, Volume secondo, parte prima, pag. 115-116, Edizione privata

Indice del Dizionario del Cerchio Ifior

Terremoto, simbolo, karma

Chiede Nadia attraverso la sezione Domande e Risposte: Giorni fa, ho letto che la terra, Gaia, periodicamente ha bisogno di purificarsi, di guarire dalle ferite che l’uomo le infligge. In quanto coscienza divina, Gaia si ripulisce e lo fa attraverso quelle che noi definiamo calamità naturali. Non so se questo corrisponde al vero, ma oggi, in questo giorno di terremoto, anche queste frasi lette mi hanno risuonato. Qual è la simbologia di questo evento?
La tesi che Nadia ha letto porta con se lo sguardo e i linguaggi del mondo New Age, qualcosa di decisamente lontano da noi per approccio e visione; non commenterò dunque quelle tesi e mi limiterò ad un tentativo di analisi del simbolo.

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La prima volta

Poi venne chiamato lui, con il suo nome in ebraico – Mi-che-leh ben Avrahom – e con le gambe tremanti salì sul pulpito. Portò le frange del tallis a sfiorare la Torah e le baciò, poi fissò le lettere in ebraico sulla pergamena ingiallita. Sembravano muoversi come serpenti sotto i suoi occhi.
“Borchu!” sibilò uno degli anziani accanto a lui.
Una vocetta tremante che non poteva essere la sua intonò la benedizione.
“Borchu es adonoi hamvoroch. Borchu..”

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