Quando non sappiamo che argomenti portare, diciamo: è una conseguenza del limite umano.
L’invenzione del limite è l’invenzione delle proprie catene, ma nel momento stesso in cui c’è consapevolezza del limite c’è anche la possibilità di andare oltre.
Non c’è essere che non abbia consapevolezza di un limite, ognuno ha l’asticella alla propria personale altezza ma quando la vede sa, sente, a che punto è e qual è il salto richiesto.
Ripeto: se vedi l’asticella puoi superarla, altrimenti ne vedi un’altra, anch’essa superabile.
Quindi ognuno vede l’asticella alla sua portata, non le altre. Non conta che sia a venti centimetri o a due metri, a ciascuno il suo: confrontandosi con il limite ne comprende la natura, comprende che l’ostacolo è in sé, non fuori di sé, e può apprestarsi a superarlo.
Nel limite vive il non limite. Chiaramente è relativa la nozione di limite come quella di non limite, non scodelliamo sciocchezze New Age in merito al “tutto puoi”. Puoi quello di adesso: nel limite senti il non limite di adesso.
Nel limite il non limite, qui sta la chiave: adesso sento l’ostacolo, adesso lo conosco, adesso l’ostacolo cade. Non conta che tra una fase e l’altra passino anni, conta la consapevolezza dell’opera, non crearsi da sé la catena del limite legandola al macigno.
L’umano si incatena da sé con il pretesto del limite: è troppo per me, dice. Non è vero, è il necessario di oggi. Se questo è lo sguardo, non ci sarà catena ma solo possibilità.
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Il limite è il necessario per oggi.
Hai ragione, è così ma la consapevolezza arriva quando leggi post come questo.
Profonda gratitudine
Nel limite, il non limite. Si apprende perché la realtà ci appare in un modo e nel suo contrario. Possiamo parlare di giorno perché si contrappone alla notte, al freddo perché sperimentiamo il caldo, del nero perché conosciamo il bianco.
Così del limite, perché possiamo già coglierne il superamento. Se non funzionasse così, non ci sarebbe apprendimento.
Il necessario di oggi. Seppur viviamo l’illusorietà della evoluzione, la caduta di un limite ci fa sentire parte di quel tutto unitario. Dopodichè ci guardiamo indietro e ci sembra che quel limite non sia mai esistito. Quel senso di limite che non è mai esistito, ci porta dentro il senso di Eterno Presente.
Grazie.