[Traduzione Forzani-Mazzocchi] Ora, questo non è il modo di percorrere la via né per l’anziano né per il principiante. Per esempio, se anche tu diventi esperto in comprensione e conoscenza, la comprensione e conoscenza non ha a che fare con il tuo darti da fare.
bussho
Dogen, Busshō: è un idolo la fede? 3 [busshō3]
All’udire la parola natura autentica la maggior parte di coloro che studiano la via di Budda ne perverte il senso nell’io come è inteso nella via deviata di Senika.[1]
Dogen, Busshō: commento (4) di Jiso Forzani a Bussho 2 [busshō2.4]
Ciò non vuol dire che qualunque cosa, nella condizione in cui è, sia l’essere, per cui tutto va sempre bene così*. Questo è il gran dubbio che viene ogni qual volta il discorso religioso arriva a questo punto. Se l’essere è il tutto che è, se non c’è nulla fuori dal sé, tutto è già a posto, lasciamoci andare all’impulso del momento.
Dogen, Busshō: commento (3) di Jiso Forzani a Bussho 2 [busshō2.3]
Gli interventi successivi del curatore non intendono commentare o integrare quanto affermato da J.F.: sono inserti che sorgono dai temi proposti ed esprimono la visione e la tensione che attraversa il curatore e, immagino, ogni monaco del Sentiero. Se le parole di Jiso sono il suono della campana, le nostre sono il suo riverbero in noi: una situazione contemplativa, dunque.
Dōgen, Busshō: commento (2) di Jiso Forzani a Busshō 2 [busshō2.2]
Dire essere è dire la parola che dice ciò che le parole non possono dire: siccome non definisce, cioè non dice nel modo in cui le parole di solito servono a dire, esprime l’indicibile.
Dogen, Busshō: commento (1) di Jiso Forzani a Busshō 2 [busshō2.1]
Il commento di Jiso Forzani al secondo capitolo.
Questa parte del testo è molto importante per familiarizzare con il procedimento usato da Dogen, e soprattutto per capire da che punto di vista egli parla.
Dogen, Busshō: la natura autentica esiste a prescindere 2 [busshō2]
Il testo del secondo capitolo.
[Traduzione Forzani-Mazzocchi] Sappi: l’essere di ogni cosa che è, non è l’essere di essere-non essere. Ogni cosa che è, è verbo di Budda, è lingua di Budda. È la pupilla dei budda e patriarchi, è la narice dei monaci.
Dogen, Busshō: appunti di uma su Busshō 1 [busshō1.3]
«Il tutto (issai) è il tutto che vive (shujo), ogni cosa (shitsu) che è (u) è natura autentica (bussho). Ciò che è perfetto (nyorai) risiede perenne (jo ju), è niente (mu), è ente (u), è mutevolezza (hen yaku)». (Traduzione Mazzocchi-Forzani)
Dogen, Busshō: commento di Jiso Forzani su Bussho 1 [busshō1.2]
Il discorso di Dogen prende spunto dalla citazione di un verso del Sutra del Nirvana (Mahaparinirvana sutra cap.27), antica scrittura del buddismo. Questo verso è l’espressione della fede nell’universalità della natura buddica, la quale è alla base della visione Mahayana.