Fra qualche giorno voi usate festeggiare un Avvento che reca una grande impronta, che ha dato l’impronta a tutto un periodo della storia: mi riferisco alla venuta del Cristo fra gli uomini.
Voi ormai sapete che quello che si può leggere e si può imparare dalla leggenda non corrisponde a realtà: la nascita del Cristo avvenne in modo naturale e normale, senza speciali stelle che in cielo indicassero ai pellegrini, ai pastori e all’umanità tutta “dove” era nato il Figlio di Dio.
Così, perché anche la nascita del Cristo fu una nascita naturale, normale; rientrava nel quadro della natura, nella normalità di tutte le cose. Perché non è che chi, per evoluzione o per speciale incarico, sedendo a un posto di comando o di rilievo, debba per questo essere un privilegiato; e non è, quindi, che la natura con gli uomini comuni sia gretta, sia avara, e invece con gli uomini eccezionali, con i geni, con i capi, debba per questo essere invece prodiga e manifestare la gioia per il loro avvento o il dolore alla loro scomparsa.
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Così noi non parleremo in modo particolare, questa sera, del Cristo. Ma se voi, dalla solennità che andate celebrando, vorrete trarre spunto per meditare, ricordatevi non di “ricordare” quando venne tra gli uomini, ma di pensare a quando tornerà fra gli uomini; quando dall’intimo di questi riapparirà nel mondo, nella società, fra le Nazioni. E questo, veramente e solo questo sarà il Suo trionfo. Che questo giorno di questo ritorno possa presto giungere per voi e per tutti gli uomini, figli cari. Dali, 23 dicembre 1961
Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo