Dall’ambiente cosmico alla vita: un esempio

[…] Il primo concetto è che la struttura e lo sviluppo del Cosmo non sono poi così complicati quanto potrebbe apparire vista la vastità degli elementi in gioco, dal momento che, in realtà, provengono dall’impiego di pochi e relativamente semplici elementi (strumenti e processi che, a questo punto, sarà dunque bene chiamare assoluti) quali la vibrazione prima, portatrice delle informazioni che forniscono una direzione precisa e predeterminata alla costituzione e allo sviluppo del Cosmo, e l’unità elementare grazie alla quale è possibile il passaggio dall’Assoluto al relativo all’interno della realtà cosmica, permettendone la strutturazione e fornendole la costituzione del «campo di battaglia» all’interno del quale il processo evolutivo svilupperà il suo percorso che riposizionerà l’intero Cosmo all’interno dell’Uno.
Il secondo concetto è la ripetizione di quanto così spesso vi abbiamo ripetuto nel corso di questi decenni: all’interno dello sviluppo del Cosmo ogni strumento e ogni processo non può essere concepito che come illusorio, relativo e transitorio, dal momento che gli strumenti e i processi che si manifestano in tale ambito, nascono via via sulla spinta delle necessità evolutive che si presentano all’interno del Cosmo e possiedono, di conseguenza, un inizio e una fine strettamente collegati a particolari necessità evolutive che vengono in essere nel corso della vita del Cosmo, e, una temporaneità di esistenza più o meno lunga a seconda della forza o dell’importanza che essi possiedono in relazione al corretto sviluppo delle necessità evolutive della coscienza cosmica.
Non bisogna dimenticare, d’altra parte, che il Cosmo, al suo interno, tende all’equilibrio, ma neanche che anche questo concetto ha peculiarità diverse se osservato dalla prospettiva dell’Assoluto e dell’interezza del Cosmo, oppure se osservato nei piccoli cicli relativi e interpretabili soggettivamente che concorrono allo sviluppo dell’evoluzione all’interno di ogni Cosmo.
Riprendendo, modificandolo, un esempio presentato da un fratello qualche tempo fa, cerchiamo di costruirci un’immagine fatta di simboli semplici e accessibili per fissare meglio nelle vostre menti quanto sto cercando di dirvi.
Immaginiamo che il Cosmo sia uno stagno di acqua immobile (la materia indifferenziata all’interno del Cosmo).
Prendiamo un sasso (strumento) e lanciamolo al centro dello stagno (vibrazione prima) assumendoci, per un attimo e per la gratificazione illusoria del nostro Io, il ruolo dell’Assoluto.
L’acqua riceve la vibrazione indotta dal lancio del sasso e la vibrazione si trasmette alla materia indifferenziata che reagisce entrando a sua volta in movimento avviando il processo di propagazione della vibrazione iniziale all’interno dello stagno, con la conseguenza che dal punto di impatto si allargano delle onde circolari (processo vibratorio), via via sempre più ampie e gradatamente meno intense dal punto di vista vibratorio a mano a mano che il processo innescato si è allontanano dal punto dell’impatto, fino a sfumarsi e a diventare talmente deboli da non essere più percepibili allorché raggiungono le rive che circondano lo stagno.
Se voi foste un girino vicino al punto di impatto del sasso con l’acqua dello stagno e osservaste lo svolgersi del processo certamente vivreste lo svolgersi del processo di cui siete partecipi come un sommovimento incontrollabile e turbolento in cui difficilmente potreste riconoscere elementi di equilibrio: il vostro punto di vista percepirebbe essenzialmente la turbolenza e lo scompiglio che il processo in atto porta nella vostra esistenza.
Ma se osservaste lo stesso processo dalla riva dello stagno vi rendereste conto, con un piccolo sforzo di ragionamento, che l’acqua dello stagno gradatamente tende a ritornare alla condizione quieta di partenza e quest’osservazione vi potrebbe far comprendere che, comunque, all’interno del sistema-stagno operano altre forze che collaborano per riportare l’acqua dello stagno alle condizioni iniziali esistenti prima che il processo venisse messo in atto. Scifo


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Dizionario del Cerchio Ifior

Come nasce un cosmo: una allegoria teosofica

Il Cosmo, come ogni cosa, è una manifestazione dell’Assoluto, un’emanazione. Il primo atto, il primo alito di questa manifestazione lo possiamo identificare in un punto che chiamiamo Logos, per parlare come parlavano i teosofi.
Il Logos, naturalmente, rappresenta il punto più alto e più vicino a Dio – più vicino in termini di coscienza, non di spazio – e rappresenta il punto centrale proprio dell’universo, del Cosmo. Tuttavia non è sufficiente questa prima manifestazione affinché il Cosmo stesso possa avere il suo ciclo di manifestazione. Deve a questo punto accadere qualche cosa affinché si creino le condizioni tali per cui il ciclo di manifestazione possa essere messo in atto.
Cosa accade allora? Accade che questo punto (ideale, naturalmente) cominci a stringere se stesso all’interno di un cerchio. Questo proprio allo scopo di diventarne il punto centrale che attivi la manifestazione, per darsi un inizio ed una fine e per costruire quello spazio-ambiente in cui prenderà forma la sua manifestazione.
Ma anche questo da solo, ancora non basta.
Ad un certo punto, il nucleo centrale di questo cerchio, ideale naturalmente, comincia a vibrare andando a toccare i punti della circonferenza, formando una linea che – come dicevano sempre i teosofi – determina la separazione tra il mondo dello spirito e il mondo della materia. Questa linea, che rappresenta poi il diametro del cerchio, viene chiamata Secondo Logos, e delimita appunto la separazione tra il mondo della materia e il mondo dello spirito. Questo sta a significare quindi che finalmente il non manifestato comincia a diventare manifesto attraverso il principio del dualismo, della dualità che permea l’universo intero. Infatti questo diametro rappresenta proprio il dualismo che è l’orditura stessa di tutto il Cosmo, l’Io/non Io, il Sé/non Sé e via e via e via.
Questo meccanismo lo possiamo rappresentare anche figurativamente se pensiamo un attimo, ad esempio, alla riproduzione per scissione cellulare dalla quale possiamo notare che da una cellula, dopo poco tempo, se ne hanno due.
Ma tutto questo non è ancora sufficiente. Avviene  un qualche cosa d’altro, allo scopo proprio di permettere al Cosmo di avere il suo ciclo di manifestazione. Infatti, una volta costituitosi il primo Logos ed il secondo Logos si costituirà anche il Terzo Logos, quello della triplice manifestazione, che ritroviamo alla base di molte religioni: la trinità che più o meno tutti voi conoscete.
Ma come avviene questa manifestazione del Terzo Logos? Il punto che abbiamo chiamato Logos in assoluto, comincia a vibrare diversamente e in maniera perpendicolare alla linea che rappresentava il diametro del cerchio in questione formando così una specie di croce. Questo movimento, questa nuova intersecazione dà origine a quello che chiamiamo appunto Terzo Logos o, molto più semplicemente, tanto per intenderci, Mente universale, Mente suprema o come la volete chiamare, la quale poi a sua volta – e questo lo vedremo in dettaglio in un’altra occasione – attraverso ad un meccanismo molto particolare darà origine a tutto quello che voi vedete nel mondo fisico, nel mondo della materia, attraverso ciò che conosciamo come materia, energia e forma.
Questo Terzo Logos ha la sua ragione d’essere perché è sorretto nel suo esistere dal dualismo, dal Secondo Logos, il quale trova la ragione del suo esistere nell’unità, cioè nel Primo Logos.
Ricapitolando dunque il Logos rappresenta la più alta manifestazione ed è là dove risiedono ad esempio tutti i più grandi maestri spirituali dell’umanità, rappresentato in questo punto che comincia a vibrare all’interno di un cerchio, virtuale naturalmente, che lui stesso ha costruito per potersi manifestare, tocca i vari punti della circonferenza del cerchio in cui si è racchiuso per manifestarsi contemporaneamente in tre differenti stati di coscienza che schematizziamo per ora in maniera molto semplice in questo modo:
– il primo stato è naturalmente il Logos dove vivono, esistono quei piani di esistenza spirituali che avevamo denominato, a suo tempo, di beatitudine e di esistenza;
– il secondo stato di coscienza, è lo stato di evoluzione del superuomo, dove esistono quei piani che avevamo denominato akasico e di essenza;
– il terzo stato è lo stato dell’evoluzione elementare dove esistono i piani di esistenza che tutti quanti voi conoscete e cioè il fisico, l’astrale e il mentale. Scifo, Cerchio Ifior


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