Lo zazen è l’esperienza della vita affrontata senza uno scopo.
La vita nel divenire è tale perché ogni fatto ha e deve avere un scopo: l’essere protesi ‘verso’, consapevole o inconsapevole che sia, crea la successione dei fatti e la loro finalizzazione.
Non avere scopo e fine distrugge il processo del divenire perché ne mina le basi.
zazen
In zazen si abbandona il non essere
In zazen si sceglie di non essere mente: in virtù di questa scelta che diviene atto di disconnessione ripetuto, il praticante È, la realtà È, ogni fatto È.
Questo solo perché è stato scelto di non identificarsi con il processo mentale ed emotivo.
Sedere in zazen, sedere al cospetto della profondità della vita
Il testo che segue è la traduzione dall’inglese di un incontro fra Uchiyama Kosho Roshi e Takamine Doyu. Qui la presentazione di Jiso Forzani e l’intervista completa. Uchiyama Roshi dice cose importanti rivolte, in particolare, al lettore e al praticante occidentale.
La disposizione di ogni giorno nella VDM (per la stampa A4)
Pratica dello zazen.
Presenza: consapevolezza, prontezza, sollecitudine, neutralità
Intelligenza del reale.
Coerenza.
Compassione.