Le mancanze nostre aiutano l’altro, quelle dell’altro aiutano noi. Attraverso la privazione si mostra, si svela il nostro bisogno.
Se l’altro è scorrevole e sempre pronto, non riusciremo a capire, a sapere, a comprendere che cosa veramente ci necessita, cosa è importante e necessario e cosa no.
L’assenza, il limite, la mancanza dell’altro fanno emergere il nostra lamento, a volte il nostro grido di bisognosi e mentre questo accade abbiamo la possibilità di divenire consapevoli di quella nostra modalità e inclinazione, di lavorarla e disconnetterla.
relazione
Relazioni virtuali e comunione dei sentire
Nell’ottica duale e separativa, ci sono io, ci sei tu, ci siete voi e tra noi c’è di mezzo lo spazio, il tempo, le vite separate l’una dall’altra.
Nella logica unitaria del sentire, tutto questo non c’è, è superato nell’esperienza della relazione esistenziale.
Al centro c’è la relazione, il fluire senza fine di dati tra coscienza e coscienza, tra coscienza ed identità.
La logica unitaria è simile ad una rete internet immensa in cui tutti i dati vengono scambiati e dove le prossimità di sentire convergono in hub specifici costituendo piccole isole akasiche, isole di sentire di coscienza.
Il procedere assieme
Parlavamo ieri con due compagni di viaggio della esperienza del procedere assieme.
Una di loro osservava come non si sente comunità e come attribuisce a questa mancanza un valore negativo.
Rispondevo che la questione non è lì: la mente si sente comunità, sente cioè di appartenere ad un archetipo transitorio con certe caratteristiche, una certa vocazione e una certa funzione.
Nel Sentiero abbiamo una comunità, ma non è qualcosa di convenzionale: è la comunità di coloro che procedono assieme nel cammino della conoscenza, della consapevolezza, della comprensione. E’ un’officina esistenziale, un insieme di strumenti e di possibilità.