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La realtà del sentire, dell’Assoluto, del divenire

Estratto dal libro “Per un mondo migliore”, Cerchio Firenze 77, Edizioni Mediterranee.
Tratto da http://goo.gl/5GvTTu

In verità vi dico che non v’ è cosa piú insensata che tapparsi le orecchie per non dimenticare ciò che si è udito. 0 chiudere gli occhi e non voler piú vedere perché si è convinti che non vi sia nulla di piú bello di ciò che si è visto. 0 credere importante ritrovare nell’oceano la lacrima che un lontano giorno, scendendo lungo il volto, cadde nel fiume. (Dali)

 La realtà del “sentire” (Kempis)

Niente quindi spiriti che sono creati e che evolvono, o acquistano coscienza o esperienza; ma completezza di coscienza divina che comprende ogni sentire.
L’idea stessa degli « esseri », o spiriti, che evolvono o prendono coscienza, è un’illusione; come lo è la molteplicità intesa come realtà vera, perché tutto, in effetti, è una sola Realtà, un solo Essere: Dio.

Finché si dice che l’uomo ha una parte immortale, cioè che sopravvive alla morte del suo corpo, non vi sono problemi di comprensione: al massimo uno non ci crede, ma capisce che cosa non crede.
Invece, quando si parla di che cosa è questa parte immortale, come nasce, eccetera, la questione si fa assai più complessa. Intanto – se non la si inquadra in un disegno generale che spieghi, sia pur per sommi capi, la struttura della Realtà si può dire quello che si vuole come la mitologia (senso occulto a parte) insegna. E in effetti, quando si è cercato di spiegare chi è l’uomo, da dove viene e quale è il suo destino, lo si è fatto disinteressandosi di quella che è la Realtà – cioè il complesso di come le cose sono in sé, della vera condizione e qualità di tutto ciò che esiste.[…]
Il testo completo in pdf.

Immagine da http://goo.gl/ufgdpK


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La realtà soggettiva, l’illusione del controllo

Ci sono persone che cercano di avere accesso alla realtà attraverso indagini minuziose quanto inutili.
Due esempi per tutti: l’indagine sulla fedeltà del proprio partner; il tentativo di conoscere l’opinione dell’altro su di noi.
Nel primo caso, il partner indagante può cercare nel cellulare del partner indagato le prove di una infedeltà.
Nel secondo caso, la persona che indaga l’opinione degli altri su di sé, sente gli amici comuni, chiede ai diretti interessati, o usa altri mezzi più raffinati.
In entrambe i casi, le risposte che si acquisiranno saranno oggettive?
O corrisponderanno ai bisogni esistenziali dell’indagante senza oggettività alcuna?
La seconda.
Se la persona ha necessità di vivere l’esperienza di essere tradita, troverà nel cellulare i numeri, i messaggi del tradimento.
Se, la stessa persona, ha necessità di percorrere ancora la via della fedeltà, nel cellulare del partner non troverà che conferme della sua affidabilità.
La persona che ricerca l’opinione dell’altro su di sé troverà, in modo simile al caso precedente, le conferme o le smentite che le abbisognano nel conseguimento delle comprensioni in corso.
La realtà sempre parla di noi e sempre in essa troviamo le occasioni per confrontarci con ciò che sul piano esistenziale ci è necessario.

Per un approfondimento delle dinamiche che ho appena accennato, vi consiglio la lettura dei libri del Cerchio Firenze 77, stampati presso le Edizioni Mediterranee.

Cambiando noi, cambia tutta la realtà attorno

A volte la situazione ambientale nella quale siamo inseriti diventa un alibi: “Non posso fare questa esperienza, lui non capisce e non approva!”.
Quante volte ho sentito questa frase e condiviso una difficoltà che era certamente oggettiva, ma che portava alla luce una sfida che la persona non vedeva chiaramente?
In famiglia, sul lavoro, nella società in genere esistono situazioni che complicano il nostro cammino, ma nessuna di esse è mai senza sbocco: bisogna comprendere che cosa la situazione di difficoltà cerca di insegnarci.
Che l’ostacolo sia rappresentato da un partner, da un figlio, da un datore di lavoro o da un subalterno, la questione è sempre la stessa: quale forza interiore, quale disposizione sta cercando di suscitare in me la tua opposizione, la tua resistenza, la tua ottusità?
Essendo lo svolgersi del film della nostra vita prettamente soggettivo, la questione che blocca un certo nostro processo non va mai cercata fuori di noi, ma sempre in qualcosa che ancora non abbiamo manifestato abbastanza, in quel diritto che non abbiamo saputo far valere, in quella determinazione ad essere ancora troppo incerta, in quella capacità di rompere gli schemi che non riusciamo a sostenere.
Di questo parleremo durante il gruppo di approfondimento di sabato 28 giugno, all’Eremo dal silenzio di San Costanzo (PU).
Alle ore 15,30.

Immagine da: http://goo.gl/20Jf8X