Il cammino di liberazione è, ad un certo punto, essenzialmente un processo di de-condizionamento.
Da influenze esterne, sociali, culturali? Interne, derivanti dall’educazione e dalla formazione? Non direi.
Nessuno ci obbliga ad aderire a degli archetipi, se vi aderiamo è perché corrispondono al nostro sentire. Certo, dato un certo sentire, possiamo scegliere se aderire all’archetipo A o B e magari aderiamo ad A perché i nostri colleghi, o i nostri amici vi aderiscono e quindi c’è un condizionamento, ma è marginale.
La realtà è che avendo un sentire di un certo grado, potevamo accedere solo agli archetipi A e B, non anche a C e D.
osare
L’inaspettato, la tensione, l’osare
Il vivere ha sempre un grado di imprevedibilità, non c’è giorno che non porti scene inaspettate, impreviste, fuori dalla possibilità del nostro controllo.
L’impossibilità di controllo e l’essere in balia del non previsto, sempre generano una tensione interiore di vario grado.
Non sappiamo se saremo in grado di affrontare la situazione e, molto spesso, un senso sottile e profondo di inadeguatezza mai risolto definitivamente, riaffiora.
Vivere fino in fondo: non costruire sulla sabbia
Una mente intende per vivere fino in fondo avere motivi di eccitazione.
Un corpo emozionale si ritiene vivo quando è attraversato da continue sollecitazioni sensoriali ed emotive.
Una identità si sente profondamente viva quando la vita le offre opportunità e conferme, gratificazioni, prove edificanti, situazioni anche dure ma comunque interpretate come necessarie ed evolutive.
In altri termini, l’identità avverte che la vita la costituisce e le conferisce senso quando c’è identificazione con ciò che accade.
Senza identificazione, l’identità si sente morire e la vita diviene vuota ed inconsistente.
I limiti della morale e la necessità di sperimentare della coscienza
Gruppo di approfondimento del Sentiero contemplativo, sabato 9 novembre, ore 15,45-18,30.
Il tema:
La piena manifestazione di sé e il pieno dimenticarsi per lasciare spazio a qualcosa di più vasto.
Osare esistere ed essere.
I limiti posti dalla morale e le necessità della coscienza di sperimentare.
Immagine tratta da www.ilpost.it, Keith Haring.
Fino in fondo
L’ultimo libro di Roberto Saviano riporta questa citazione iniziale:
Erba
Nessuna paura
che mi calpestino.
Avremmo poche, elementari, esigenze
La prima: non vergognarci
Ci sono aspetti della realtà che poco si presentano ad interpretazioni. Il capo dello stato male rammenta la stagione del ’76, o forse la rammenta anche bene ma non riesce a vedere le differenze indiscutibili tra l’allora e l’oggi.
L’incapacità di vedere e progettare il nuovo
Assistiamo a questa crisi, a questo passaggio della società italiana, con una certa apprensione perché ci sembra che i protagonisti non siano fino in fondo consapevoli della sfida.
Pasqua: imparare, lasciar morire, rinascere
Quando impariamo qualcosa (da un insegnante, da un collaboratore efficace, dalla vita) che ha caratteri universali, nel momento in cui lo impariamo quell’elemento universale viene caratterizzato, interpretato, vissuto in modo personale, assume una connotazione personale.