Sviluppare lo sguardo del genitore (La disposizione interiore unitaria 6)

6- Sviluppare lo sguardo del genitore che osserva la processione dei fatti, sa intervenire e sa astenersi

Il genitore vede ciò che il figlio adolescente non vede. Perché? Perché il figlio vede sé, i suoi bisogni, le sue necessità espressive al centro e il mondo come periferia, un luogo indefinito da usare, o da temere.
Un genitore dovrebbe vedere sé e i propri figli incastonati nell’organismo mondo, ciascuno con la propria funzione e necessità esistenziale.

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Identificazione e disidentificazione (La disposizione interiore unitaria 3)

3- Coltivare ed osservare il ritmo di identificazione/disidentificazione: spendersi fino in fondo e dubitare fino in fondo

Definiamo identificazione la disposizione interiore che conduce a sentirsi d’essere e d’esistere come una entità con una relativa definizione soggettiva, diversa dalle altre, che mentre pensa, si emoziona, agisce aderisce a questo sperimentare e lo considera una prerogativa a cui non rinunciare, pena il non-essere.

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L’infinito frapporsi dell’identità e il suo svelamento

C’è un velo tra noi e la realtà ed è rappresentato dalla nostra pretesa di esserci e di contare con i nostri bisogni e le nostre priorità: in una parola, di esserci con la nostra identità.
È per noi così naturale partire da quel che siamo, dal come vediamo i fatti, da quello che ci abbisogna sul piano della soddisfazione e del riconoscimento che non riusciamo a cogliere la concretezza di un’altra possibilità.
Il mondo reale è oltre il nostro orizzonte personale, lontano e ignoto; noi siamo schiantati nella pervicace ricerca ed affermazione di quel che siamo e di quel che vogliamo essere.

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