Cambiando noi, cambia tutta la realtà attorno

A volte la situazione ambientale nella quale siamo inseriti diventa un alibi: “Non posso fare questa esperienza, lui non capisce e non approva!”.
Quante volte ho sentito questa frase e condiviso una difficoltà che era certamente oggettiva, ma che portava alla luce una sfida che la persona non vedeva chiaramente?
In famiglia, sul lavoro, nella società in genere esistono situazioni che complicano il nostro cammino, ma nessuna di esse è mai senza sbocco: bisogna comprendere che cosa la situazione di difficoltà cerca di insegnarci.
Che l’ostacolo sia rappresentato da un partner, da un figlio, da un datore di lavoro o da un subalterno, la questione è sempre la stessa: quale forza interiore, quale disposizione sta cercando di suscitare in me la tua opposizione, la tua resistenza, la tua ottusità?
Essendo lo svolgersi del film della nostra vita prettamente soggettivo, la questione che blocca un certo nostro processo non va mai cercata fuori di noi, ma sempre in qualcosa che ancora non abbiamo manifestato abbastanza, in quel diritto che non abbiamo saputo far valere, in quella determinazione ad essere ancora troppo incerta, in quella capacità di rompere gli schemi che non riusciamo a sostenere.
Di questo parleremo durante il gruppo di approfondimento di sabato 28 giugno, all’Eremo dal silenzio di San Costanzo (PU).
Alle ore 15,30.

Immagine da: http://goo.gl/20Jf8X


 

Solo nella relazione profonda c’è svelamento

Definiamo relazione profonda quel rapporto affettivo, lavorativo, spirituale che non avviene nell’ottica del “tu mi servi/io servo a te”ma dentro ad un consapevole respiro esistenziale.
Definiamo svelamento l’affiorare alla consapevolezza delle paure, inadeguatezze, vulnerabilità, presunzioni, automatismi che governano il nostro interiore e alle quali aderiamo dicendoci che quello noi siamo.
Se la relazione porta con sé lo svelamento, questo dove conduce?
-Al nascondersi a se stessi accusando l’altro: alla vittima.
-Alla crisi, alla precarietà interiore, alla colpevolizzazione.
-Alla crisi, al rimboccarsi le maniche: questo è lo stato dell’arte, con questo debbo fare i conti, inutile lamentarsi: il mio limite è la mia possibilità.
Quest’ultima disposizione è quella che incoraggiamo: grazie alla vita c’è sempre qualcuno che ci svela, che ci impedisce di nasconderci e questo avviene tutti i giorni, a tutte le ore.
Quel qualcuno, e ciò che ci aiuta a svelare, è la nostra benedizione perchè non ci dice: “Tu sei sbagliato!”, ci ricorda che possiamo cambiare: a partire da ciò che siamo possiamo lavorare consapevolmente perchè altro affiori.
Noi leggiamo lo svelamento come giudizio ma, nel film della nostra vita che, lo ricordo, è personale e soggettivo, l’unico giudizio operante è quello che ci diamo da noi.
Smettere di farsi del male diviene l’imperativo e questo è possibile solo se ricordiamo che:
-vivere è affrontare il non compreso;
-il limite è la manifestazione plastica di ciò che compreso non è.
Non è una colpa non avere compreso questo o quello: tutti i viventi stanno confrontandosi con del non-compreso, ciascuno con il suo.

L’immagine è tratta da: http://relazioni.uncome.it/articulo/come-sapere-se-la-mia-relazione-e-conflittuale-3509.html

Krishnamurti. La vita bussa alla nostra porta

Quando serriamo porte e finestre della nostra casa e ci chiudiamo dentro, ci sentiamo protetti, al sicuro, indisturbati. Ma la vita non è così, la vita bussa continuamente alla nostra porta, cercando di aprire le nostre finestre in modo che possiamo vedere di più.

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Ciò che ci rende uguali

Vorrei approfondire la riflessione sulla normalità avviata dalla domanda di Elena a commento del post su Krishnamurti.
La nostra cultura, la mente, vedono la persona e il modello, l’archetipo esteriore, di appartenenza: così appare, così alla mente sembra che sia.

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Con Dio o senza Dio l’uomo giunge alla meta

Presentiamo questa interessante riflessione di Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose.
Da alcuni anni viene ripetuto come uno slogan, che si vuole decisivo e apodittico: “Con Dio o senza Dio tutto cambia”.

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Le condizioni per cambiare la società

Kempis propone una sorta di perfezione interiore come condizione per cambiare/realizzare una società migliore. Credo che possiamo stare molto più bassi ed affermare che, nonostante tutti i nostri limiti, possiamo costruire qualcosa che sia specchio più aderente e più corrispondente a ciò che abbiamo compreso e a quello che compreso non è.

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Come un frutto maturo

giornate di pioggia questa settimana.
giornata di riflessione con buone letture dal cerchio firenze 77.
alcune conferme.
alcune risposte a quesiti antichi.

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