Essere disposti a togliere (La disposizione interiore unitaria 4)

4- Essere disposti a togliere

Ho compreso il limite del mio operare, del mio tentativo di controllare, di espandere la mia presenza, di riaffermare la mia centralità?
Se sì, allora cosa posso togliere dalla mia mente e cosa dalle mie giornate?
Ma, soprattutto, qual è l’ingombro maggiore che mi ottunde la visione del reale e che produce in me quel sottile stato di insoddisfazione e di inquietudine?
Sono io, la mia centralità è l’ingombro maggiore, il macigno in mezzo al cammino: se non mi libero dalla mia centralità non vedrò mai me, né la vita che mi impatta, né gli altri: vedrò solo il sogno egocentrico di me.

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Identificazione e disidentificazione (La disposizione interiore unitaria 3)

3- Coltivare ed osservare il ritmo di identificazione/disidentificazione: spendersi fino in fondo e dubitare fino in fondo

Definiamo identificazione la disposizione interiore che conduce a sentirsi d’essere e d’esistere come una entità con una relativa definizione soggettiva, diversa dalle altre, che mentre pensa, si emoziona, agisce aderisce a questo sperimentare e lo considera una prerogativa a cui non rinunciare, pena il non-essere.

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L’origine degli psicosomatismi e la loro risoluzione

 Tratto da: Annali del Cerchio Ifior, 15 marzo 2011
[…] Giunti a questo punto è forse il caso di fare un’ulteriore ricapitolazione di quanto abbiamo detto fin qui nel nostro esame del sistema akasico/fisico dell’individuo incarnato, fornendo, nel contempo, ulteriori elementi che si possono dedurre dalle os­servazioni che vi abbiamo fin qui proposto.

Se si vuole cercare la genesi dello psicosomatismo è ovvio, a questo punto del nostro ragionamento, che bisogna trovarla all’interno delle incomprensioni che l’individuo non ha risolto.

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