Conoscenza, consapevolezza, comprensione nel ciclo delle vite

Se, dunque, è il sentire che sta alla base della consapevolezza, si può affermare che la consapevolezza altro non è che l’estrinsecazione a livello fisico delle conoscenze, del bagaglio, delle qualità della coscienza che l’individualità nel corso del suo cammino evolutivo ha raggiunto e che cerca di far uscire nell’ambito del mondo fisico, tramite quell’involucro che riveste in quel momento.
Cosicché l’individualità che in quel momento sta incarnando un uomo avrà certamente una consapevolezza, perché ha certamente, logicamente, un sentire maggiore dell’individualità che in quel momento sta incarnando una forma animale, e questo è evidente. Così come questa forma uomo avrà, oltre ad una maggiore consapevolezza, oltre ad un maggiore sentire, anche una maggiore libertà, tanto che si può affermare che maggiore consapevolezza significa anche maggiore libertà. Vito

La liberazione dalla ruota delle nascite e delle morti

Per conoscere se stessi, creature, bisogna anche, necessariamente, conoscere la propria visione della realtà, in quanto chi non riesce ad osservare come si pone di fronte alla realtà, non ha alcuno strumento per poter arrivare, in pratica, a conoscere se stesso.
Oh, certamente, c’è chi potrà rispondere che la conoscenza di se stessi si può raggiungere osservando i propri moti interiori. Questo, creature, è soltanto un modo per evitare, in realtà, di conoscervi! Infatti come potete pensare di conoscere, o di arrivare a conoscere voi stessi, osservando i vostri moti interiori, se non sapete quali sono le meccaniche dei vostri moti interiori, se non sapete che cos’è che li spinge, se non sapete le vostre motivazioni?
Ma come potete arrivare a conoscere le vostre motivazioni?
È semplice: osservando come vi comportate in certe situazioni, osservando cioè ciò che delle vostre motivazioni compare all’esterno e cade sotto i vostri sensi e sotto la vostra attenzione.
La conoscenza di se stessi, quindi, non passa soltanto attraverso l’osservazione introspettiva ma, necessariamente, si biforca nell’osservazione dell’interno e dell’esterno della propria manifestazione.
Uno strumento necessario per attuare questo è la conoscenza. E per conoscenza non intendo la conoscenza strettamente esoterica anche se, certamente, conoscere la propria strutturazione sugli altri piani di esistenza può servire a fornire degli elementi per comprendere, bensì proprio la conoscenza così come voi umanamente la intendete, ovvero quel qualcosa che amplia la semplice cultura e che fa della cultura, della nozione, della cognizione di nozioni un apprendimento per spiegare qualche cosa.
Spero che abbiate capito questo concetto perché, se non lo avete capito, non potete neanche aver compreso il perché del compito che vi è stato dato, ovvero il portare avanti una ricerca che poi, in fondo in fondo, a ben guardare, è una ricerca basata proprio sulla cultura, sulla cognizione di fatti, di avvenimenti, di teorie, e via e via e via (1).
1) In quel periodo era stata affidata ad alcuni componenti del Cerchio la ricerca di dati sulle teorie filosofiche di diversi pensatori.

Questa ricerca quindi non è fatta soltanto per far sì che noi possiamo andare avanti a fornirvi altre nozioni, altri concetti filosofici, ma è fatta principalmente per fornirvi una base su cui voi possiate attraverso le cognizioni, la cultura, la conoscenza conoscere le meccaniche vostre, interne. E questo lo dimostreremo poi direttamente, attraverso i colloqui che avremo all’interno degli incontri.
C è, poi, chi maschera la propria pigrizia dicendo di rendersi conto che tutto sommato, forse, è più portato ad aiutare gli altri, verso il dare qualcosa di se stesso agli altri. Bene, se questa creatura, ipoteticamente e chiunque essa possa essere, lasciasse un attimo da parte la mente, quella mente strumentalizzata dall’Io che cerca di portare lontano dai veri fini dell’esistenza umana, e ragionasse nei termini che abbiamo testé prospettato, capirebbe che necessariamente deve passare attraverso la cultura e la conoscenza, altrimenti non è possibile arrivare a conoscere se stessi; e non arrivando a conoscere se stessi, è assurdo, direi persino presuntuoso, pensare di poter veramente aiutare gli altri. Scifo

Print Friendly, PDF & Email