Conoscenza, consapevolezza, comprensione nel ciclo delle vite

Per comprendere meglio questo, tuttavia, sarà bene fare un esempio.
Voi che siete uomini, avete delle esperienze; esperite, avete dei sensi fisici, tendete tutti quanti, nessuno escluso tranne in particolari casi di intuizione ad avvertire ed a sentire come vero tutto ciò che vi proviene come risposta dai vostri sensi fisici. Tutto quanto voi udite, tutto quanto voi assaporate, tutto quanto voi vedete, tutto quanto voi toccate eccetera, vi risulta come vero, come reale. La vostra consapevolezza, dunque, è strettamente legata, così come per il minerale, ai vostri sensi fisici, anche se l’interazione del piano mentale ha certamente la sua importanza… ma di questo si parlerà in seguito.
La coscienza invece, che ha un altro cammino, che ha un altra evoluzione, se così la vogliamo chiamare, sta a capo della stessa consapevolezza in quanto la coscienza che noi abbiamo identificato col massimo sentire raggiungibile fino al livello akasico, è quella che aiuta la vostra consapevolezza ad ampliarsi.
Infatti, ritornando ancora un attimo ai regni della natura, noi possiamo affermare così: a livello minerale, la consapevolezza e la coscienza sono praticamente la stessa identica cosa, in quanto il minerale è cosciente e consapevole di esistere e basta. A livello vegetale l’individualità incarnata è in grado di avvertire la coscienza di esistere, la consapevolezza di esistere come nel regno precedente, ma è in grado anche di avvertire, di avere una consapevolezza, una coscienza diversa, di avvertire determinati stimoli che gli provengono dall’esterno. È il vegetale che avverte, ad esempio, il caldo e il freddo.
Questo significa che la coscienza che si è evoluta nel periodo di passaggio in questi tre regni della natura ha governato, ha indirizzato la consapevolezza a strutturarsi in un determinato modo, fino a portare l’individuo a quella che noi definiamo «auto-consapevolezza». L’auto-consapevolezza altro non è che l’essere consapevoli di una determinata realtà frammentaria nella quale si vive, realtà frammentaria che, in quanto tale, in quanto virtualmente frazionata, in quanto virtualmente ridotta, fa parte di una realtà più ampia che comprende il Tutto.
Io so che dopo tutto questo dire, non avrò certo chiarito nulla nelle vostre menti e sono certo di avervi confuso ancora di più, tuttavia non vorrei dilungarmi troppo per non stancarvi; comunque, prima di lasciare il posto ad altri, vorrei fare ancora una volta un riassunto del riassunto, dandovi i passaggi principali nei regni della natura, passaggi che ognuno di voi ha ormai compiuto, e che sono legati alla coscienza, intesa come sentire, e alla consapevolezza intesa, ripeto ancora una volta, come apprendimento di determinate verità.
Sensazione ed emozione, come voi sapete, sono due cose molto diverse tra di loro anche se molto spesso i due termini vengono usati come sinonimi. La sensazione è una reazione meccanica: è la reazione che un determinato apparato sensorio ha di fronte a certi stimoli, provenienti dall’esterno, mentre l’emozione è l’implicazione a livello emotivo come dice il termine stesso di questa reazione ad uno stimolo esterno.
E la coscienza? È la coscienza che sta alla base di tutto, è la coscienza quella che riesce a determinare il vostro «sentire , è proprio lei che riesce a far ampliare sia il vostro grado di sentire, sia il vostro grado di consapevolezza che, con l’evoluzione, non sarà più certamente legata solo a ciò che voi percepite con i vostri sensi fisici ma, grazie ad un certo allenamento, ad un certo sviluppo, sarà legata anche a un qualche cosa che vi proverrà dagli altri piani di esistenza. Vito

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