La realtà senza senso

Passano gli anni come le immagini del paesaggio viste da un finestrino di un treno in corsa.
Nulla di quello che scorre puoi trattenere: alla fine del viaggio, se non sei stato consapevole, se non ti sei lasciato modellare da quello che accadeva in te e nel piccolo ambiente attorno a te, cosa ti rimane?
Scorrono senza sosta i pensieri e le emozioni e il seguirli ci svuota; si ripetono le azioni e le esperienze e la routine ci consuma.
Vuoto di senso è il vivere.
Ci diciamo che vivere è imparare: si, certo, fino ad un certo punto è così, ma poi? Cosa c’è oltre l’imparare?

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Relazioni virtuali e comunione dei sentire

Nell’ottica duale e separativa, ci sono io, ci sei tu, ci siete voi e tra noi c’è di mezzo lo spazio, il tempo, le vite separate l’una dall’altra.
Nella logica unitaria del sentire, tutto questo non c’è, è superato nell’esperienza della relazione esistenziale.
Al centro c’è la relazione, il fluire senza fine di dati tra coscienza e coscienza, tra coscienza ed identità.
La logica unitaria è simile ad una rete internet immensa in cui tutti i dati vengono scambiati e dove le prossimità di sentire convergono in hub specifici costituendo piccole isole akasiche, isole di sentire di coscienza.

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Sulla felicità

Non uso quasi mai questa parola, per pudore, perché è abusata, perché non la amo associata al cammino interiore e alla sua complessità, perché il mio compito, come dicevo in un altro post, non è trastullarvi ma togliervi ogni giocattolo.
Conosco la felicità? Certamente, è compagna del quotidiano.
Come si manifesta? Nel gioco, nella propensione a giocare senza fine, essenzialmente.
Dove origina? Nell’irrilevanza di me.

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Il tramonto del sesso

Dice un’amica in merito al post Coltiviamo l’illusione senza sostaSe quando abbiamo fame mangiamo e quando fa caldo ci sventoliamo, anche quando c’è il languore sensuale facciamo sesso. Cosa c’è di diverso?
C’è di diverso che non sempre, non per tutta la durata del cicli incarnativi di una coscienza, facciamo lo stesso uso delle energie: a volte è preponderante un piano, a volte un altro.
Abbiamo incarnazioni con preponderanza sensoriale, altre con preminenza emotiva, altre ancora con dominanza concettuale.

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