Non difendere e fiducia

Dice Natascia: L’accettazione dei propri limiti, il non voler difendere la propria immagine porta ad una grande libertà. A volte sento che non c’è più neanche un immagine da difendere. Questo però non di rado mi fa sentire disorientata, confusa. Sarà che quell’accettazione non è senza riserve!

Non rimanere abbarbicati alla palizzata del fortino.
Non sapere nemmeno se c’è più un fortino da difendere da qualcuno là fuori, unito alla consapevolezza che tutta la visione del reale è soggettiva, che il film di ciascuno è personale conduce semplicemente all’esperienza del non difendere.
Cos’è il non difendere?
Avere la chiara cognizione che non esiste il nemico, né il pericolo, ma solo la possibilità.
Vedere l’altro come colui che svela le nostre paure e ci permette di affrontare il non compreso.
Essere consapevoli di una direzione esistenziale fondata sulla disponibilità ad affrontare la vita e a farsi modellare da essa.

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Le vite, il divenire, la contemplazione

Guardo i miei cani e regolarmente penso: “Temo che la prossima vita vi toccherà da umani! Che sfiga!”
Tutto evolve dice la mente, tutto diviene: il sentire da limitato ad unitario; la pianta da seme a ricovero per gli uccelli.
E’ certamente così nell’ottica del divenire ma questa è solo una delle ottiche possibili, solo uno degli sguardi sulla realtà.
Diviene la legna cenere mentre brucia? Certo che sì, dice la mente.
Certo che no, dice lo sguardo altro. Come no, la legna arde, diviene carbone ardente e pian piano cenere: si vede, accade sotto gli occhi, non lo si può mettere in discussione!

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La mente come strumento

Chiede Serena: fino a dove l’uso della mente va bene e quando invece si deve andare oltre?

La mente seziona la realtà attraverso il giudizio, la misurazione, la parametrazione di ogni fatto con cui entra in relazione.
La realtà sentita dalla coscienza passa attraverso la meccanicità della mente, si riveste di emozione e infine diviene azione, realtà nel tempo e nello spazio.
Se la coscienza è il proiettore cinematografico dentro cui scorre il film che viene sentito, la mente è la lente del suo obbiettivo, quella che permette al fotogramma sentito di divenire il complesso di raggi di luce che raggiungono lo schermo.
E’ evidente che senza la mente non vi sarebbe la realtà, né sarebbe possibile indagarla e conoscerla. Le esperienze che viviamo e che sono quelle da cui la coscienza estrae i dati che le servono per comprendere, avvengono principalmente attraverso lo strumento della mente.

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