Sebbene io abbia terminato la stagione dell’accompagnamento, in questo periodo due sorelle che sono state parte attiva del Sentiero in passato e una giovane donna sono motivo di confronto e di contemplazione.
Quando l’altro si presenta a noi, cosa cogliamo? Il tema che porta, certamente, ma oltre al tema e a ciò che è immediato e urgente? Il contesto esistenziale.
Non c’è scena, problema, conflitto, insoddisfazione, frustrazione, rabbia, depressione che non accada in un contesto esistenziale e che non abbisogni di essere esistenzialmente inquadrata.
In ambito psicologico si opera in un contesto che vede al centro la soggettività, in ambito spirituale ed esistenziale al centro c’è il sentire e il Disegno esistenziale dell’individuo in questione.
Per me un individuo è sentire. La sua soggettività è un fattore interno al sentire e la lettura delle problematiche di questa deve avere il respiro esistenziale necessario. Il mestiere dello psicologo e quello dell’accompagnatore esistenziale hanno priorità molto differenti.
Il sentire di un individuo è soggetto a contemplazione continua per ore, per giorni, settimane, mesi, anni. Ascolto, osservazione, contemplazione dei molteplici aspetti: demolizione delle impressioni man mano prefigurate e nuovo ascolto, nuova osservazione, nuova contemplazione.
Ogni volta il sentire proprio abbraccia aspetti del sentire altrui, ogni volta c’è questo tentativo di sentire l’insieme esistenziale aldilà del singolo fatto. Ogni volta c’è una rifocalizzazione, una ridefinizione del compreso, un ampliamento del modo di sentirlo e comprenderlo. Ogni volta il pensiero sul dettaglio e sull’insieme viene riformulato nel tentativo di far appoggiare a terra la comprensione nel sentire: dire il sentito – a sé, all’altro – è completare il circolo dei dati, mentre dici senti se è reale, se è vero.
Così senza fine. I rapporti sono aldilà del tempo, nonostante gli umani li comprendano solo nel tempo, nel divenire.
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Quando vedo l’altro, so nel profondo che non siamo due e mi adopreto se necessario, ma non indago oltre, perché i corpi sarebbero invasi e schiacciati da ciò che porta l*altro.
Questi esercizio di ascolto sul piano del sentire, è un allenamento e anche questo va al di là del semplice ascolto a cui siamo abituati.
Sentire l’altro, mentre monitoro costantemente ciò che sorge dall’interno.
Cade ogni pregiudizio, ogni barriera che divide. Sperimento l’unità.