Parole rivolte ai contemplativi (non a quelli della domenica che non incorrono in quanto qui presentato).
Se la consapevolezza risiede a lungo nel sentire unitario, ho verificato sulla mia pelle che sono necessarie pause in cui non vi sia consapevolezza particolare e specifica.
L’assenza di questa consapevolezza non significa che il sentire non sia unitario, ma impedisce che i corpi transitori continuino a vivere a intensità per loro difficili da metabolizzare.
Sono necessarie pause quotidiane in cui la consapevolezza è in una specie di quiescenza, questo vale in particolare per l’eremita che non avendo frequentazioni non ha nemmeno momenti di sosta dalla consapevolezza che lo pervade.
La profondità dello stato unitario consapevole è un abisso che energeticamente è molto provante, è necessario sviluppare una resilienza sottile e accurata.
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Quanto affermi sembra semplice da comprendere ad una prima lettura. Ad una seconda più profonda emerge altro, parli di necessità di staccare da questi stati vibratori alti dovuti alla profondità dello stato unitario consapevole; e noi rischiamo di leggerlo traslandolo sulla nostra realtà. Realtà dove cerchiamo lo stacco dal mondo, il ritiro nella cella esistenziale. Non sono la stessa cosa, noi nello stacco cerchiamo raccoglimento e rientro nello stato unitario.
Tu nello stacco cerchi una pausa da quella vibrazione che affatica i CT, vibrazione che diventa anche più provante se sei all’interno di un organismo dove ci sono disequilibri
Grazie per questi chiarimenti.
Necessari per tutti .
Pur molto lontana da quel che puoi provare, la necessità di alleggerire i corpi, magari guardando un film non troppo impegnativo, lo sento come bisogno da assecondare. Non la vivo come una fuga, ma come ben descrivi, una pausa.
Le ragioni possono essere anche un troppo pieno, ma sono sempre più attenta a non caricarmi oltre il necessario per ricavare spazi di silenzio ed ascolto profondo. Ho notato, in particolare dopo un intensivo, cosa significhi stare per periodi prolungati su frequenze alte. I corpi ne escono provati.