Dōgen, Busshō: sul credere. JF (8) su Busshō 9 [busshō9.16]

[Sommario AI] Raggiungere la retta via richiede una retta credenza nella giustezza della natura autentica, che traspare ovunque, superando l’ego.

L’autore dubita della credenza stessa, preferendo il sentire all’atto del credere.
Manifestare il corpo autentico rappresenta il limite ultimo dell’insegnamento, raggiungibile solo quando la conoscenza è “corporea” e diretta, senza mediazioni
Il linguaggio, pur potendo essere una gabbia, può aiutare a interrogarsi sul manifestarsi della natura autentica, che è un accadere di consapevolezza senza “io” né forma.
Il sentire unitario, non individuale, dovrebbe guidare il pensiero, le emozioni e le azioni, attraverso un processo creativo che veste il sentire di forme espressive adeguate.
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Solo chi crede in modo retto raggiunge la retta via: queste sono parole che non dobbiamo sottovalutare, quale che sia l’ambito in cui si svolge la nostra vita. Credere in modo retto vuol dire credere che la giustezza della natura autentica traspare dappertutto in modo chiaro: togliere di mezzo lo spadroneggiare dell’io è il primo passo perché questa trasparente chiarezza, che a volte appare così estranea, sia invece la familiarità del nostro procedere.    

L’insegnamento che dice: in questo modo io manifesto il multiforme corpo autentico rappresenta il limite ultimo di ogni insegnamento: oltre quello, infatti, non c’è che la realizzazione in carne e ossa. Quando la conoscenza non è conoscenza col corpo, ma mediazione fra ciò che è e ciò che deve essere, allora non è possibile vedere e udire direttamente. In un certo senso è l’insegnamento stesso a ostruire. Per questo ci si limita a dire che non è l’occhio che vede, né l’orecchio che ode, né il cuore che conosce. Quando invece è evidente che la via è corpo, quando è chiaro che la natura autentica è essere corpo, allora in questo modo io manifesto il multiforme corpo autentico. Il corpo di Budda è la realtà del momento presente: non c’è nulla da ricercare altrove. Ma questa non è una vuota formula: è la carne e il midollo della mia vita. Tutto il potere, tutta la virtù, tutte le proprietà di Budda, derivano da questo: dal riconoscere che il corpo di Budda è essere corpo, e quindi vivere di conseguenza. 

Fonte: Busshō. La natura autentica, di Eihei Doghen. A cura di Giuseppe Jiso Forzani. Edizioni EDB, Bologna, marzo 2000.

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