Contemplazione: osservare senza mai ritrarsi

Chi osserva? Quanti sono i livelli di consapevolezza simultanei che alcuni – non noi – definiscono l’osservatore?

Liberato il campo dal fatto che non c’è alcun osservatore ma c’è l’osservazione, questa è simultaneamente multidimensionale: più piani vengono monitorati consapevolmente dalla coscienza nello stesso tempo. Quello che sembra impossibile o difficile ai livelli della consapevolezza propri dei corpi transitori, è possibile al sentire che sente simultaneamente l’insieme.

Questo vale per noi, non per gli altri di cui sappiamo veramente ben poco.
Osservando noi stessi spassionatamente con gli strumenti umani, con la consapevolezza accessibile alla coscienza di incarnati, possiamo contemplare uno spettro molto ampio di stati, di spinte, di trattenimenti.

A volte mi chiedo: gli altri saranno complessi come lo è la mia interiorità? Avranno spinte così articolate, e a volte ambigue come le ho io? O saranno molto più lineari? So che non c’è una risposta univoca e che ognuno ha la sua complessità che gli deriva dal disegno esistenziale in corso d’opera.

Contemplo come l’orco opera nel mondo, come il Troll banchetta con i desideri e i bisogni umani, come contemplo lo stereotipo cattolico del nuovissimo santo Carlo Acutis – persona degnissima -e vedo lo spettro del sentire assoluto che si dispiega, vedo l’essere di Dio che assume una forma nel divenire. So che alcuni inorridiranno.

Se non sai tenere assieme – in uno sguardo unitario e ineffabile – l’orco che violenta e il santo che distribuisce la paghetta ai poveri, allora a me sembra di poter dire – ma magari sbaglio – che non sai osservare fino in fondo. E lo dico innanzitutto a me stesso prima che a te, chiaramente.

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Nadia

L’unico sguardo possibile…

Catia Belacchi

Grazie

Natascia

C’è osservazione.
Spesso dimentico di non attribuirlo ad un soggetto. Credo che questa consapevolezza vada di pari passo alla perdita della propria identità.
Allora è più facile cogliere l’unità.
Quello sguardo unitario che tiene insieme l’orco con il santo, perché di ognuno è possibile coglierne l’origine comune.

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