Cerchio Firenze 77: contemporaneità di sentire 12


[…] Certo farebbe ridere un benpensante dire che Atlantide vive ancora nella vostra epoca. E potrebbe far ridere anche noi se non pensassimo che indubbiamente Atlantide è già trascorsa. E chi può negarlo!

Fonte: Contemporaneità delle epoche e delle razze, dal libro: Cerchio Firenze 77, Oltre l’illusione, ed. Mediterranee.
Qui il commento di E.Ruggini al capitolo.

Libri del Cerchio Firenze 77 con l’insegnamento fondamentale:
Dai mondi invisibili
Oltre l’illusione
Per un mondo migliore
Le grandi verità
Oltre il silenzio
La Fonte preziosa
– Insegnamento filosofico del Cerchio Firenze 77, indice generale dei temi e dei post della categoria “Contemplare il paradigma” di questo sito. Contemplazioni di uma.
– Libri del Cerchio Firenze 77: indice dei commenti di E.Ruggini su YouTube con indicazione dei temi e riassunto vocale di alcuni minuti del contenuto di ciascun commento.
File vocali originali del CF77 dal 1965 al 1984

Forse queste voci ci sembrano venute apposta per togliervi la tranquillità, per guastarvi i buoni rapporti di vicinato, le amicizie convenzionali e sentite? Chi può negare che nella vostra epoca Atlantide non sia già sprofondata? Nessuno, perché nel vostro tempo la realtà è tale che Atlantide è rappresentata sprofondata. Ma lo è in realtà, in quella realtà con l’erre minuscola, lo è in effetti?

Nei fotogrammi nei quali voi state vivendo non v’è dubbio che l’anno «zero» è rappresentato come passato e l’anno 4000 come avvenire. Ma è questo vero? E trascorso veramente ciò che per voi viene indicato come passato? È ancora veramente da venire ciò che voi chiamate futuro? Per questo vostro tempo sì, ma sollevandosi un tantino, uscendo da questo vostro tempo, ecco che il problema è spostato in tutti i suoi termini.

Non occorre più ripetere ancora che il Cosmo, nella sua incommensurabile estensione, esiste tutto ed è tutto dispiegato. E allora immaginiamocelo questo Cosmo tutto dispiegato; sforziamo la nostra immaginazione cercando di uscire da quegli schemi imposti dalla consuetudine del pensare terreno, umano, secondo il tempo. È tutto lì. Immaginiamocelo questo Cosmo,
in una dimensione di spazio per poterlo meglio abbracciare con la nostra immaginazione di umani: è li, tutto congelato, dicemmo, per coglierlo nella sua estensione, nella sua – se vogliamo -immutabilità; e vedendolo così dispiegato, ecco, notiamo che non esiste tempo. Dov’è il trascorrere?

Ecco l’epoca Atlantidea, è lì! La collochiamo in una porzione dello spazio cosmico. Oh! Ecco: l’epoca moderna è in un altro spazio cosmico, visto che per immaginare meglio abbiamo conservato la dimensione spazio. Ecco le meraviglie del 2000, del 3000, del 4000, lì, in un altro spazio cosmico! E il tempo, dov’è dunque? Allora non possiamo più parlare, da questo nuovo punto di vista, di tempo che trascorre; il tempo dunque non è che uno spazio del Cosmo, una sua dimensione che noi abbiamo annullata innalzandoci di un tantino. Sì, perché da questo nuovo punto di vista possiamo vedere Atlantide, possiamo vedere l’epoca moderna, possiamo vedere l’epoca che sarà – per indicarla a voi – ma che è già. E tutte esistono nello stesso modo: dunque il tempo è in funzione dello spazio e da questo del tutto dipendente.

[…] Dunque il tempo – passato, presente, futuro – non è che una diversa ubicazione di epoche e razze nello spazio cosmico.
Per razza s’intende uno scaglione di anime, un insieme di individualità le quali sono legate fra loro da o per certi motivi, e che in un arco di tempo che è oltre cinquantamila dei vostri anni, conduce la propria evoluzione dallo stadio di uomo alle soglie del superuomo, attraverso a tutto il pianeta Terra, dove troverà l’ambiente favorevole alla sua evoluzione. Ma in questo ambiente potrà darsi benissimo che egli rivesta veicoli fisici appartenenti alla razza ariana o ad altra razza, poiché queste distinzioni di razza non hanno niente a che vedere con razza intesa come insieme di individualità.

Ciò che per voi è passato – salendo a quel punto di vista un tantino più su – non è più passato, non è più tempo trascorso; è qualcosa senza tempo, è un diverso spazio; e dico «spazio» perché, per necessità di comprensione, abbiamo posto che lo spazio ancora sussista.
Da che cosa nasce dunque il tempo? Nasce dall’esaminare – nell’ambito di un’epoca, da parte di una razza – un fotogramma dopo l’altro, seguendo una determinata direzione che fa parte del modulo fondamentale del Cosmo che stiamo osservando. Ecco come nasce il trascorrere, come si attende ciò che deve venire, ma che in realtà è già, lì, tutto dispiegato.

È il singolo, è l’individuo che percependo una situazione cosmica alla volta, una dopo l’altra, fa scaturire in sé il trascorrere del tempo. E vivendo fotogrammi ove sono rappresentate le Piramidi d’Egitto consunte dalla polvere, ne deduce che l’antico Egitto non è più ed è trascorso e appartiene al passato. Ma, strano, salendo a questo orizzonte un poco più elevato io vedo ancora l’antico Egitto che è lì, vivente, esistente, come la vostra epoca moderna, come il futuro che per voi deve ancora venire.

Allora? Allora le epoche non sono che spazi cosmici, tutti esistenti nello stesso modo, al di fuori del tempo. Il tempo – ancora lo ripeto – nasce dal percepire, da parte dell’individuo, un fotogramma alla volta, una situazione cosmica dopo l’altra.
Ma le epoche sono tutte – per usare un termine che possa farvi intendere – contemporanee. Tutte esistono allo stesso modo: sono – per intenderci questa convenzione dobbiamo ancora mantenerla in vita – in uno spazio diverso del Cosmo.

Ho detto che dobbiamo enunciare dei principi. Ebbene, que­sti principi sono: se tutte le epoche sono per così dire contemporanee, questa contemporaneità non esiste – nell’ambito di un’epoca e di una razza – da parte del «sentire individuale». E occorre ancora precisare che per ciascuna razza, intesa come scaglione di anime, non esiste contemporaneità di «sentire individuale», ma tuttavia esiste un legame che fa appartenere un gruppo di individui a una razza.

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Natascia

“Allora le epoche non sono che spazi cosmici, tutti esistenti nello stesso modo, al di fuori del tempo. Il tempo – ancora lo ripeto – nasce dal percepire, da parte dell’individuo, un fotogramma alla volta, una situazione cosmica dopo l’altra.”

Tutto è già.

Leonardo

La relazione autentica avviene sul piano del sentire ed è esperienza di unità. Grazie

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