Da: Il libro di François, Cerchio Firenze 77. Voi potete pensare che, a un certo punto, l’uomo dica: «Forse potrei seguire questa storia anziché quella», cioè che il solo fatto di pensare a due o più possibilità di scegliere crei di per sé la variante. Non è cosi.
I tipi di libertà di cui gode l’uomo sono diversi, e fra questi v’è anche la libertà supposta. L’uomo cioè crede di essere libero di fare una cosa, che poi non farà mai, proprio perché non era una sua libertà di scelta. Egli credeva di poter fare la scelta ma, in effetti, non l’ha fatta, perché non avrebbe mai potuto farla, per varie ragioni; ad esempio perché i suoi condizionamenti gli impedivano di sottrarsi a una determinata catena di influenze. Invece la variante esiste proprio strutturalmente, quando veramente c’è la libertà di scelta.
ln che modo si realizza la scelta tra una variante e I’altra? A un certo punto della sua storia, una creatura ha la possibilità, diciamo, di una variante alla storia stessa che, abbiamo visto, vale per lei sola, che, a quel punto, ha questa libertà.
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Se le varianti sono entrambe complete di forma fisica, complete di fotogrammi che riguardano le emozioni, da una parte e dall’altra, secondo le due versioni della storia; complete di fotogrammi di pensiero, perché naturalmente vivendo una certa storia si ha un certo tipo di pensieri, mentre vivendo una versione diversa della storia si hanno altre emozioni, altri pensieri, oltre che altre azioni fisiche, o altre collocazioni fisiche; allora, come avviene la scelta?, che cos’è che fa vivere, percepire una storia oppure l’altra?
È proprio la consapevolezza. C’è qualcosa che unisce questi strumenti meravigliosi, che sono lì, e li fa vibrare e rivelare. In tal modo si percepiscono le emozioni, i pensieri connessi alla storia scelta e non quelli, invece, connessi alla storia scartata.
E quale sceglie, tra le varie possibilità, lo sa solo l’essere che opera la scelta. Dal di fuori nessuno potrà mai sapere qual è la scelta: l’essere, colui che sceglie, è il solo a saperlo.