Varie proposte sono state avanzate per abbracciare in un unico concetto classificatorio tutte le pratiche e le esperienze religiose di Gesù.
Per rispondere alla domanda se Gesù possa essere consderato un “mistico” è utile confrontarsi con interpretazioni che si sono interrogate se Gesù fosse un mago (Morton Smith), o un uomo divino, theios anêr, (B.Blackburn), o uno shamano (P. Craffert). Il valore principale di questi tentativi è che essi considerano le esperienze di Gesù di contatto con il soprannaturale come storicamente attendibili e centrali nella sua persona e, inoltre, che cercano di comprendere tutte insieme le diverse attività di Gesù, connettendole a forme di contatto con il soprannaturale.
Più che applicare a Gesù di categorie storico-religiose di classificazione (theios anêr, mago, shamano, messiah etc), è importante il compito di descrivere, per quanto possibile, le esperienze e le forme di contatto con il divino che caratterizzavano la persona di Gesù.
Sulla base di testi come Mt 11:25-27 / Lc 10:21-22; Lc 10:18 sulla base della pratica di preghiera di Gesù, delle narrazioni del suo battesimo e trasfigurazione, delle sue attività di guaritore, del suo annuncio del regno di Dio, e dell’interpretazione che gli scritti protocristiani (vedi soprattutto Luca e Atti) danno delle esperienze soprannaturali di Gesù, sembra impossibile negare che Gesù avesse avuto numerose e diverse esperienze soprannaturali che stanno all’origine della sua attività di predicatore, maestro, esorcista e guaritore.
Gesù sembra basare la legittimazione della sua attività su un contato diretto con Dio. Alla luce della sociologia di T.Parsons, il fondamento culturale delle “società tradizionali” è costituto dalla religione. Il bisogno di un contatto diretto, non mediato dalle istituzioni religiose, sorge ogni volta che qualcuno percepisce l’incapacità delle istituzioni di rappresentare i fondamenti culturali/religiosi di una società.
Ciò che è fondamentale in Gesù è il suo appellarsi a un contatto diretto con Dio. Per questa ragione Gesù non vuole assumere nella società una funzione tradizionale e riconosciuta e non può essere classificato mediante categorie tradizionali e burocratiche. Egli non desiderava assumere una funzione riconosciuta socialmente, ma portare innovazioni e trasformazioni facendo ricorso alla base culturale ultima della società giudaica: Dio e il suo regno avrebbe trasformato radicalmente quella società. Questo è il motivo per cui è difficile trovare una categoria storico-religiosa che possa spiegare tutte le attività di Gesù con un solo concetto.
Alcune spiegazioni teologiche hanno cercato di affermare che Gesù non è definibile a causa di una sua supposta novità ‘assoluta’. Ma la sua peculiarità ha forse una spiegazione più semplice: Gesù desiderava una trasformazione radicale della società giudaica e sognava l’intervento della forza radicale di Dio stesso: il suo regno. Egli perciò non poteva assumere la funzione di una qualsisia normale figura socialmente riconosciuta. Le esperienze di Gesù di un contatto intimo con Dio possono essere definite “esperienza mistica”.
Fonte: Gesù mistico?, 2012, Academia
Mauro Pesce
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