La funzione di un tumore, l’elezione di Trump

Assimilo la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane, alla notizia di un tumore che ci ha colpito e invaso di metastasi.
La vittoria di Hilary Clinton sarebbe stata assimilabile ad una malattia cronica grave priva di una sintomatologia eclatante e tale da indurci a provvedere sollecitamente.
Il ventre dell’America media è sul tavolo operatorio, esposto, nudo, puzzolente.
Evidentemente, non è Trump il tumore, ne è solo il simbolo.
Tutti coloro che si sono impoveriti negli ultimi decenni hanno trovato il loro campione e sperano che lui possa risolvere le loro sorti. Auguri!

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Nessuno procede da solo: il “prendersi cura”

Pur essendo la realtà soggettiva, il film personale, la trasformazione del sentire avviene nella relazione con l’altro da sé.
Quest’altro è la natura, l’ambiente nel quale si svolge la rappresentazione che chiamiamo vita; è il nostro partner, i nostri figli, i nostri genitori, il nostro collega di lavoro, il vicino di casa.
Nessuno procede nel cammino della conoscenza, della consapevolezza, della comprensione da solo: la vita è un grande processo comunitario, perché rimane così complesso alla persona di questo tempo comprenderlo?
E perché anche quando lo comprende non riesce a sviluppare una adeguata prassi comunitaria e rimane “protetta” dietro un velo, una sorta di riserva oltre la quale è pericoloso andare?
Perché è così difficile la pratica del “prendersi cura”?
E’ la paura di perdere che ci trattiene? Il non voler affrontare la fatica dell’incontro? E’ la stanchezza dovuta alla troppa esposizione che, una volta concluso ciò che dobbiamo fare, ci conduce ad un isolamento per ritrovarci e rigenerarci?
L’incontrare l’altro è un gesto semplice, non è necessario nulla di eclatante: un saluto, una piccola cortesia, una riga, uno squillo, una minuta collaborazione.
Questi piccoli gesti avviano una danza che non ci travolgerà, che potremo gestire secondo le nostre necessità, ma avremo aperto un canale di comunicazione, un flusso, un processo: avremo oltrepassato il muro.
“Prendersi cura” è la chiave.

Immagine tratta da: http://goo.gl/ruYRKn


 

Avremmo poche, elementari, esigenze

La prima: non vergognarci
Ci sono aspetti della realtà che poco si presentano ad interpretazioni. Il capo dello stato male rammenta la stagione del ’76, o forse la rammenta anche bene ma non riesce a vedere le differenze indiscutibili tra l’allora e l’oggi.

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L’intelligenza dell’asino ed il tarlo

“A passeggio pesto una bottiglia di plastica e penso a quanto possa essere incivile una società. Comunque la supero e, lasciandomela alle spalle, mi sento come l’asino che tu hai descritto sabato al nostro incontro, così sono tornato, l’ho raccolta e sistemata nel cassonetto della plastica.

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