Asserragliati troppo spesso nei nostri fortini di canne!
Questa è l’immagine che mi sorge quando penso alla relazione tra dare e ricevere, al condizionamento dell’egoismo, alla paura per tutti coloro che, ignoti, abitano oltre l’effimera barriera che abbiamo eretto.
L’immagine del fortino di canne è applicabile a tutti gli ambiti della vita: da quello economico a quello politico; da quello religioso a quello culturale; da quello relazionale a quelle personale.
La cifra che caratterizza il fortino è l’egoismo, il suo condizionamento non compreso e non superato.
Tutto nel nostro intimo e nella società ci parla, narra e descrive questo morbo che ci paralizza: facciamo difficoltà ad aprire il cuore, ad allungare una mano, a compiere gesti di rottura dal condizionamento, a buttarci fiduciosi che la vita mai ci lascerà da soli e senza il necessario.
egoismo
Ricevere senza dare
Passeggiando con Mia, osservavo i campi seminati di fresco: grandi estensioni di terra con rade siepi; le colline sembrano schiene nude.
In termini di prodotto, non di guadagno, certo, un agricoltore riceve molto dal terreno che coltiva: da parte sua, cosa dà a quel terreno?
Un po’ di azoto, fosforo e potassio di origine chimica e niente sostanza organica; l’acqua viene dal cielo.
Possiamo dire che l’agricoltore non tratta bene la sua terra, sebbene questa la ricambi generosamente: non la nutre con dedizione, come si nutre un essere vivente, la nutre per ricavarne un profitto e quindi non si preoccupa di alimentare la terra, ma il seme, l’unica cosa che a lui interessa.
Egoismo ed espressione dell’Io
Egoismo. Dizionario del Cerchio Ifior
Comportamento dell’individuo che agisce spinto dal suo Io più che dal suo sentire.
In qualche misura ognuno di noi, quando è incarnato, manifesta principalmente il proprio Io e, di conseguenza, il proprio egoismo, e continuerà a farlo fino a quando, con l’ultima incarnazione, l’Io non sarà più necessario per fornirci gli stimoli per comprendere e, quindi, verrà abbandonato definitivamente.
È importante renderci conto del nostro egoismo perché è solo attraverso la sua conoscenza e la consapevolezza che ci appartiene intimamente che possiamo arrivare, lentamente, a comprenderlo e, alla fine, a superarlo.
Dal volume del Cerchio Ifior, Dall’Uno all’Uno, Volume secondo, parte prima, pag. 114, Edizione privata