Doghen, Jinzu (3), Dimentichi di sé

Eihei Doghen Zenji
SHOBOGHENZO

L’AUTONOMO E LIBERO OPERARE ()
(Quale è il senso del vivere ?)

Introduzione e trasposizione
Watanabe Koho Roshi

In un antico testo religioso è scritto quanto segue. I veri uomini della via che hanno preceduto nel tempo Shakyamuni vengono indicati come suoi discepoli, e portano in offerta a Shakyamuni la veste monacale, ed eretto un monumento in suo onore celebrano una cerimonia per lui. In quell’occasione Shakyamuni disse che era straordinario l’operare senza limiti che oltrepassa i confini del tempo e dello spazio dei veri uomini della via (3).
Ciò che questo testo sacro vuol indicare, è che i veri uomini della via, del passato, del presente, del futuro, tutti senza eccezione agiscono e praticano lo straordinario operare senza limiti, come fondamento del proprio vivere. Che cosa è l’operare senza limiti, cosa mai facendo si opera in modo straordinario? Dimentichi di ciò che si sa, lasciando stare la propria conoscenza (non fissandosi ad essa) agire in modo da far risplendere, brillare di luce propria ogni cosa che io ora incontro, nei termini propri dell’ineludibile realtà di quella cosa stessa.

3): Gli uomini della via che storicamente precedono Shakyamuni sono miticamente indicati nei testi come i sette Budda del passato. Qui sono i sette Budda precedenti il buddismo a rendere omaggio al discepolo Shakyamuni. Quanto al maestro che si inchina al discepolo, nel cristianesimo è Gesù che lava i piedi ai suoi: gesto ordinario e straordinario insieme, di cui Pietro non comprende la natura e la portata (Giovanni 13).

Il testo è stato originariamente pubblicato sulla rivista “La stella del mattino” in due numeri dell’anno 1999: n.2 (16 marzo-15 maggio) e n.3 (16 maggio-15 luglio). La presente pubblicazione è autorizzata.

Per leggere i brani in sequenza dall’ultimo al primo.

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