La coppia 10: la fedeltà affettiva e sessuale

Premessa
Chi scrive ha in mente una gerarchia (immaginate un triangolo) della fedeltà che vede alla base la fedeltà affettiva e sessuale; nell’area della mediana rilevanza la fedeltà sostanziale; in quella apicale la fedeltà esistenziale.
Man mano che si sale la fedeltà diviene più coerente: nell’area di base e in quella mediana è soggetta a molte contraddizioni.
Ciò che per sua natura è mutevole e volubile, come le emozioni, gli affetti, i pensieri è soggetto ad una sperimentazione molto vasta, per un lungo tratto di strada esistenziale.
Come sperimenta la coscienza, come comprende? Attraverso le esperienze. Come acquisisce dati? Utilizzando i suoi corpi: la mente, le emozioni, le sensazioni, l’azione per realizzare scene dalle quali estrae le informazioni che le necessitano.
La coscienza non sa tutto, l’Assoluto sa tutto; la coscienza genera le scene del film che chiamiamo vita perchè ha bisogno di comprendere, perchè sente in sé la non comprensione e la spinta a superarla, a completarla.
E’ la coscienza che crea la realtà a seconda delle sue necessità, non l’identità il cui libero arbitrio è un dettaglio.
E’ fondamentale comprendere questo se si vuole smettere di andare in giro giudicando sé e tutti quelli che ci stanno attorno: ciascuno vive ed opera a seconda delle necessità del proprio sentire.
Se questo ci è chiaro allora possiamo guardare alla realtà con gli occhi della compassione e non con quelli del giudizio.
Quando una coscienza ha completato attraverso le esperienze lo spettro del proprio sentire, smette di generare il film, esce dalla necessità di esperire nel tempo e nello spazio, vive il suo cammino incontro alla comprensione della sostanziale unitarietà del tutto senza la necessità di una identità e dei suoi veicoli.
Fino a quando veste una identità è soggetta all’apprendimento e non si apprende con le mani legate dalla morale. Si apprende sperimentando, osando, sbagliando.
In realtà, una coscienza che sperimenta quando non sa, non sbaglia, semplicemente prova. Quand’è che sbaglia? Quando ha già molti dati a disposizione e potrebbe generare scelte differenti ma, essendo soggetta alle necessità che l’identità rivendica, non è in grado di discernere con avvedutezza.
Quindi anche nell’errore c’è un deficit di comprensione di una coscienza. L’identità mette in atto delle spinte ma la gestione di queste competono il sentire.

Tesi
Questa lunga premessa per dire delle cose molto semplici:
– la fedeltà affettiva è relativa;
– la fedeltà sessuale è relativa.
La persona, che è unità di coscienza ed identità, sperimenta, conosce, comprende.
Le spinte e le esperienze affettive e sessuali, nella concretezza della vita del quotidiano, prendono forma e accadono nella coppia e fuori di essa.
Questo è un dato di realtà, a poco serve combattere la realtà. E’ giusto che sia così? Non è né giusto, né sbagliato, è così.
Quando la fedeltà di un partner viene meno inevitabilmente sorge un problema: se i due hanno un po’ di sale in zucca evitano di farsi a pezzi e incominciano a interrogarsi sulle rispettive responsabilità, sulla natura di quella esperienza, sul perchè l’altro ha sentito la necessità di viverla.
Se la ferita all’identità, il tradimento della fiducia subito, non prendono il sopravvento ed oscurano la visone della realtà esistenziale che si cela dietro all’accaduto, i due possono imparare molto, possono conoscersi molto.
Le ferite conseguenti ad un deficit di fedeltà sono ferite identitarie: tutto ciò che avvertiamo sia venuto meno è all’interno della lettura, della interpretazione personale della realtà del rapporto, è ferita a noi, alla nostra integrità identitaria,
Ma un rapporto viene vissuto per costruire integrità identitarie o è un processo esistenziale? Un rapporto è l’officina delle coscienze di cui le identità sono manifestazione, o è il mercato del “Mi riconosci/non mi riconosci”?
La non fedeltà è endemica al rapporto, questo non significa che sempre e in tutti i rapporti venga sperimentata, significa che non è un accidente ma un’esperienza che accade, da inserire nell’ampio spettro delle molte esperienze necessarie sulla via della comprensione dell’amore.
I due, nella coppia, proveranno ad essere fedeli l’un l’altra: proveranno e, augurabilmente, ci riusciranno. Proveranno e potrebbero non riuscirci: allora avranno una nuova occasione di confronto, di investigazione, di consapevolezza, di comprensione.
Se non cadranno in balia delle loro rispettive ferite identitarie, potranno imparare molto e il loro rapporto potrà rinnovarsi ed entrambi scoprirsi diversi e cambiati dall’accaduto.

L’immagine è tratta da: http://saracurtney.blogspot.it/


 

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1 commento su “La coppia 10: la fedeltà affettiva e sessuale”

  1. Molto interessante e profondo.
    Oggi sappiamo anche dalle Guide che la morale non esiste e questo rende il discorso ancora più persuasivo.
    Grazie

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