La direzione verso cui stiamo andando

Cerco di osservare dove vado, dove stiamo andando. Ogni volta che stiamo insieme, in un gruppo, in un individuale, percorriamo passi di un cammino comune, che conduce dove?
La prima osservazione che mi viene da fare è che andiamo lontano da ciò che è tracciato e conosciuto, lontano dal modo ordinario di vedere le cose, verso quel “guardare la pianta dalla parte delle radici” cui spesso faccio riferimento.
Ieri, alla presentazione di Siena, ho parlato, come altre volte, del valore del limite e dell’Assoluto che si svela nella profondità del limite. Non so se per voi questo è chiaro, ma per me è esperienza tangibile e in continuo rinnovamento e approfondimento: tutto l’esistente testimonia ciò che è e nel farlo è Assoluto in atto.
Se osservate il nostro cammino comune vedrete come, incontro dopo incontro, questa visione si insinua, si insedia e si impossessa del nostro interiore: guardate come il nostro linguaggio si fa scarno, semplice, logico; come non riusciamo ad infiorare perché ci sembrerebbe di mettere del nostro su ciò che è.
Nel momento in cui la realtà si afferma e ci invade, quello che viviamo è il processo dell’ammutolire: non diveniamo aridi, diveniamo essenziali. Vivi, presenti,  ma non importanti.
Vi è chiaro che cos’è il perdere pezzi e il veder affiorare da un cumulo di macerie l’essenziale?

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3 commenti su “La direzione verso cui stiamo andando”

  1. In questi giorni di luce così tersa la sostanza e l’essenza mi sembra di scorgerle in quanto di più semplice ci sia: una colazione coi raggi del sole che scaldano la pelle, l’intuizione per un progetto, l’abbraccio tenero con mia figlia, quella distesa infinita di mare che mi dice che c’è posto per tutto, l’attimo prima del sonno o prima del movimento,che annuncia un grande vuoto in cui contenere tutto il mistero…ed è in momenti sacri come questo sento che si fa largo un sentimento di gratitudine che va oltre la fatica,e che mi fa sentire tutta la stanchezza di stare a lamentarmi di questo, quello e quell’altra cosa. E di nutrire, come una pianta, questi momenti di unione…

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