Osservarsi e nient’altro

“Non c’è bisogno di stare continuamente ad analizzarsi sul perchè e sul percome fate le cose. Cercate semplicemente di fare quello che dicono i maestri orientali ed occidentali, cioè di stare costantemente attenti a voi stessi. Fate attenzione a quello che fate e a quello che dite. Non c’è neanche bisogno di scervellarvi tanto sul perchè fate o dite, ma state attenti. State attenti a come vi comportate, a come agite e mettete in azione tutto il lavorio interiore che passa attraverso il vostro corpo akasico (della coscienza, ndr), il quale accumula un po alla volta dati fino a quando la comprensione, automaticamente, entrerà in atto”.
Cerchio Ifior, La farfalla, pag. 140.
E’ la stessa conclusione alla quale siamo giunti noi e che abbiamo sintetizzato nell’espressione: osservare, accogliere, disconnettere.
E’ una pratica che si distingue in modo piuttosto radicale dalle tesi della psicologia o di altre visioni che puntano molto sull’indagine del passato, sull’infanzia o sulle vite passate.
Nella mia esperienza, per quel che può contare, ho sperimentato che il grosso delle energie e della volontà, va utilizzato per vedersi e disconnettere: da questi gesti si genera uno spazio non condizionato dove diventa evidente ciò attorno a cui la coscienza si sta misurando. La comprensione, il superamento di un certo stato o conflitto, giunge quando l’esperienza ha prodotto i dati che la coscienza cercava.

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1 commento su “Osservarsi e nient’altro”

  1. In maniera certamente più rozza, ero arrivato alle stesse conclusioni.
    Tutto questo discutere e scavare dentro i meandri di temi che appaiono, o che ci piace rappresentare, come “i grandi temi dell’esistenza…” alla fin fine mi riconducono all’essenzialità del lavoro da fare: osservarmi e lasciar andare.
    La vita poi fà il resto … se vuole.

    Per onestà verso me stesso devo comunque ammettere che questa digressione è stata sia fine a se stessa, sia funzionale per far luce sulla sua futilità, sia necessaria per ritovare la Via.
    Mi sono divertito e angosciato, ma soprattutto ho vissuto e mi sono speso, ora mi sento allegerito e pronto a nuovi silenzi.

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